martedì 26 giugno 2007

Una giornata di sole

"
La vita è una gran cosa.
Lo dice la Leho,
Mia anziana parente e vicina di casa.

Lavorato sempre, mai preteso niente,
ha patito la fame e la miseria abbondante.
A parte la salute,
nessuna fortuna mai l'ha toccata mai.
Mai.

Eppure, se Dio le dicesse:
"Leho, torna laggiù, ti tocca tutto quello che ti è toccato fino ad ora"

Si illuminano gli occhi,
sorridono i pensieri nella mente
"Ci direi: Si Signore,
torno laggiù, uguale.
la vita è una gran cosa.
Mi basta aprire gli occhi su una giornata di sole
e tutto il resto io lo rifarei".
"

Marco Lindo Ferretti.

venerdì 22 giugno 2007

SCIENTIFIC TIME

Dear esconvueltos comme ca va?
Je peux voir con mucho gusto que el Coronel continues to produce sus fantastic short stories...
par contre messiesur le cavalier esta' desaparesido... comm maje?

You both are avise': le soussigne' big masters of cerimonies sera pronto on surretuuuuum screen...
4 the meantime I submit u cette pregunta:

What's the difference between a stoat and a weasel?

Si vous voulez la soluction haz clic on:

http://sconvolti.blogspot.com/

vos brone

martedì 19 giugno 2007

CADOPANNO SULL'OCEANO


CAPODANNO SULL’OCEANO

La nave ha attraversato le colonne ed è entrata nel Atlantico. Mancano poche ore all’anno nuovo e siamo tutti qui, in questo Salone delle Feste, talmente elegante che mi ricorda quei ristoranti di provincia creati apposta per i matrimoni. E’ arredato come una famosa piazza italiana di cui porta il nome, caratteristica e vanto di tutte le navi della Compagnia Armatrice. Cascate multicolori, ascensori di vetro, giochi di luci e qualche candelabro barocco di Silver-plate.

Usciamo dal Mediterraneo per un breve giretto, giusto per dire che abbiamo festeggiato il Capodanno sull’Oceano e ritorniamo.
Il cameriere del mio tavolo ci serve frettoloso e distratto e cerco di allontanare quel senso di scontento e di soffocamento andando fuori sul ponte di sinistra.

Nel nero assoluto noto dei punti luminosi avvicinarsi.
Ci raggiunge; è una bella nave di quelle antiche; una ciminiera, e tante lampadine fioche sui vari ponti che provengono da lumi di ottone e creano coni di luce gialla e insufficiente, regalandomi un effetto magnifico nella leggera nebbia che sale dal mare.
E’ talmente armoniosa ed elegante che mi dà l’impressione di essere parte naturale dell’ Atlantico.
Ocean Princess scritto in corsivo e con calligrafia infantile sulla fiancata. Niente nomi al neon e solo lo stemma dell’armatore. Ci raggiunge e ci sorpassa nel silenzio assoluto, quasi neanche notata dai croceristi, tutti presi dalle liturgie della serata; mangiare, ridere forte, criticare la cucina e tentare di toccare le cosce ben esposte delle vicine di tavola. Togliere la giacca dopo un quarto d’ora, esporre per bene l’ultimo tipo di Motorola. Menomale che almeno nessuno grida”Viva gli Sposi!” !



Sono in una sala ampia e illuminata da grandi lampadari fatti di giri concentrici di cristallo.
Non ci sono neon o faretti, giochi di luci e cascate colorate o ascensori di vetro, i saloni hanno i nomi dei grandi tenori e baritoni italiani e una orchestra suona discretamente ai piedi della maestosa scala di marmo della Ocean Princess.
E’ una musica jazz sui temi delle più famose canzoni americane. Improvvisazioni.
Mi accompagna una donna con un vestito arancione; ha un profondo decoltè e le spalle scoperte, mentre il vestito le copre appena gli avambracci e si chiude con dei nastrini che le scendono sui gomiti. Pochi centimetri scoperti poi dei lunghi guanti avorio che le fasciano le mani. Su di essi lei indossa degli splendidi gioielli luminosi, mentre il collier si appoggia sulla pelle nuda e ne illumina lo sguardo. Il vestito scende chiudendosi in vita con un’ alta fascia e poi si apre in una cascata fino a terra. Di tanto in tanto la punta delle scarpette di vernice fa capolino dalla campana della gonna.
Lei parla ma non mi arriva la voce, come non mi giungono le parole e le risate sommesse degli altri tanti commensali. Sono molti i tavoli, tutti tondi, da due, per gruppi e ad ognuno dame vestite come la mia guida ma di colori differenti che vanno dall’azzurro al bianco a tutte le sfumature di rosso, mentre gli uomini sono tutti uguali, ingessati in una rigida camicia bianca con un gilet e un abito scuro di taglio perfetto.
Nell’aria aleggia a mezz’altezza un gradevole profumo di tabacco e mi sembra di camminare in un film degli inizi ‘900 di cui non mi arriva il sonoro.
Al posto dei rumori e delle voci, solo la musica prodotta dall’orchestra e il rumore monotono e discreto che parte dalla pianta dei piedi, quello del motore e del movimento sull’acqua.
La pareti sono interamente rivestite di legni in differenti sfumature di giallo e attorno ai tavoli si muovono, come se danzassero, perfetti damerini completamente bianchi, con strette e corte giacche a doppio petto e quattro bottoni e con un tovagliolo cremisi sul braccio al quale appoggiano ampi vassoi d’argento contenenti creme e gelatine multicolori.
Ad ogni tavolo il flute per lo champagne e brocche di cristallo con mille sfaccettature che prendono luce dai lampadari centrali. Candelabri a quattro bracci con candele color panna al centro della tovaglia.

Accompagnato dalla mia guida arrivo al salone principale; è una sala da ballo con tavoli laterali e l’orchestra alla base della doppia scala di marmo. Una decina di elementi in tutto; piano, fiati, contrabbasso, percussioni e quattro giovanissime ragazze, vestite di piccole lame luminose, in piedi di fronte ai loro microfoni ad asta formati da tre cerchi; il primo per catturare la voce, il secondo per amplificarla, e tra questi e il terzo il nome dell’Armatore.

Costantemente qualcuno si alza, si avvicina ad una signora e la invita a ballare. Lei si appoggia al braccio e, come tutti, tentano di raggiungere il centro della sala dove ognuno li potrà ammirare. Poi si pongono uno di fronte all’altro, le mette una mando all’altezza del fianco e lei gira il braccio dietro le sue spalle. Si prendono per mano e cominciano a girare, su sé stessi e per un percorso che stabilisce la loro intimità e la loro passione.
Il grado di attrazione lo riesco a vedere da come lui le stringe la mano, e dalle dita che entrano tra quelle di lei, se le piega il braccio portando la mano sotto il suo mento, se parlano o meno. Se si mantengono nel loro posto, allora è una cosa privata, un dialogo intimo e già consumato più volte, mentre se la porta volteggiando per il salone, allora a lei girerà la testa e alla fine si appoggerà a lui stabilendo un contatto che poi il cavaliere, se è bravo, svilupperà nel corso della serata.
Qualche dama scende la scala di marmo lentamente nella segreta e, sempre delusa speranza che tutto il salone per un attimo –un solo istante- possa trasalire e rimanere estasiato ad ammirare la sua bellezza e la sua laboriosa acconciatura..
Come di consueto nessuno la nota.

Salgo al piano superiore ed esco sul ponte della passeggiata. Ancora tante coppiette. Lei affacciata alla balaustra, lui elegantemente appoggiato sul gomito. Prende il protasigarette d’oro e gliene offre una. Lei la infila in un lungo bocchino mentre lui galante le porge il fuoco, poi con uno scatto, le allontana la mano mentre stava fumando, la attrae a sé e la bacia. Lei oppone una resistenza puntando i pugni sul suo petto. Cederà e approfondiranno quel bacio più tardi nella suite di lui o nella cabina della ragazza.

Mi appoggio alla ringhiera all’altezza del raggio di luna. E’ una striscia geometrica e bianca
nell’ assoluto blu notte di quest’ Oceano straordinariamente calmo e complice.
Mi viene in mente quel giochetto che faccio d’estate sull’aliscafo. Vado sul ponte prendisole e guardo l’albero e il cielo. E ho la sensazione che stiamo fermi.
Adesso mi sembra che questo raggio luminoso eserciti sulla nave uno straordinario potere: fermare il tempo e arrestare il movimento. Mi basterebbe abbassare gli occhi verso la schiuma per riprendere il senso del nostro andare ma non lo faccio.
Rimango in estasi con la vibrazione lenta del motore che sale dai piedi e il suono lontano dell’orchestra, mentre per il resto continuo a trovarmi in un film muto.

Mezzanotte. Come gli altri scendo nel salone principale. Sono tutti in piedi. Il cavaliere è affianco alla sua dama e le pone una mano aperta dietro la schiena all’altezza dell’insellatura delle reni. Da quel punto lui può ascoltare i suoi pensieri, percepire la più piccola emozione e qualsiasi suo movimento. Anche una variazione del respiro la si può cogliere da quel luogo preciso del corpo di lei.




Il bravo presentatore con la giacca scintillante conta i minuti al rovescio.
“meno 2 meno 1 1935!!!!
Deliziose Signore e Cortesi Signori mi è gradito porgere a tutti Voi l’ augurio di un Buon Anno dalla Direzione della Ocean Princess Shipping Cruise!!!!”




La bella nave è ormai un punto lontano quando scendo nel salone delle feste, mentre già stanno facendo il conto alla rovescia.
“Meno 2 Meno 1 2007 tanti Auguri a tutti quanti! Evviva!!”

Si stappano le bottiglie , qualcuno mi viene a baciare, e poi è un’orchestra di cellulari che suonano e che messaggiano sui toni delle canzoni di successo.


Col. Douglas mortimer

mercoledì 6 giugno 2007

L'OMBELLICO DEL MONDO

L’ OMBELICO DEL MONDO

Tutto il mondo si mantiene in equilibrio su una sola città.
Tutta la città è amministrata da una sola casa.
Tutta la casa si compone di una sola camera.
Nella camera c’ è un solo uomo,
è ebreo, è kehlmita, è solo

.……e ride come un pazzo…….


Antica massima ebraica