lunedì 20 agosto 2007

BREVI COMUNICAZIONI VELOCI


BREVI COMUNICAZIONI VELOCI


Manuela, detta Manu, di Roma, IIIC, incontra all’aeroporto del luogo esotico dove ha trascorso un breve periodo di vacanza non divertendosi perchè insieme ai genitori, Valentino –in arte Vale, che ha passato alcuni giorni da quelle parti spassandosela moltissimo ma non acchiappando nessuna figa.
I due sono seduti vicino e cominciano a socializzare, poi c’è la chiamata del volo di Manu, i suoi vecchi rompono come al solito quindi i ragazzi si salutano, non senza essersi scambiati il numero del cellulare.

Aeroporto di Roma, cellulare acceso, finalmente!
SMS: “Bn Vgg, 6 xcchio sìmpa Mi piaci Xo (vuol dire bacetto) Vale.

Lei si illumina, un sorriso le corre tra i dentini bianchissimi e subito risponde.
SMS: Ake tu, molto sìmpa, pensto a te tutto il volo XXO (Due bacioni) Vieni a Roma ke ti porto in comitiva e ci ved presto Manù 

E poi torna a casa. E’ tutta allegra e i due vecchi si dicono: “Vedi, le ha fatto bene venire con noi alle isole….. è perfino contenta di essere ritornata.
Manu corre in camera sua, accende lo stereo con una vecchia canzone TU NON LASCIARMI MAI, si butta a pancia sotto sul letto, mantenendosi sui gomiti per non soffocare quelle minuscole cose che sono i suoi seni, ancora in via di sviluppo ma pompatissimi da un reggiseno push-up due misure più piccole.

Telefona alla sua amicadelcuore. “Franci, lo sai ho incontrato un tipo fighissimo all’aeroporto, mentre partivamo. Non abbiamo avuto che mezz’ora ma sono già stracotta. Si chiama Vale è di Torino, che dici lo chiamo, eh!? Che ne dici? “
“Ma no aspetta, fatti desiderare, non chiamarlo tu, ma non stare nemmeno immobile.
Fai così, mandagli la tua foto vis MMS e vedi che fa”.

Le si auoscatta con il top corto e scollato, il pantalone a vita bassissima e i laccetti del perizoma che escono sui fianchi.
La manda.

Un minuto dopo.
MMS: Provenienza Vale. Sei davvero karina. Guardo la tua ft e penso a te. Ascolto una canzone che mi parla di te: TU NON LASCIARMI MAI.
Penso ke verrò presto da te. Ntanto ti mando qst XOOO ++ (un bacio immenso con tanta passione)
Invia un cuore rosso con due ali d’angelo.


Due giorni dopo a scuola, squilla il cellulare, Manu innalza una barriera di libri e confabula veloce e silenziosa con la-Franci.
“Sorbetti, Emanuela facci partecipare alle tue conversazioni, visto che Leopardi ti interessa così poco.
Su dicci”
Gniiente Prof, Gniiente Prof, è che sono – risolino- cottastracottafusa… Ma voi Over non lo potete capire”
La Prof. Che si tiene il marito, l’amante e il fratello piccolo dell’amante quando è in licenza dal militare, alza lo sguardo su un punto della parete di fronte e si perde nei suoi pensieri. Lascia correre-


Poi è un traffico di SMS MMS:

SMS Vale Manu, stntt ti ho sognata, io qs cotto tu?
SMS Manu Vale, io e te 3 Mt sopra il cielo XXX+++ più un altro cuore rosso in volo.

Vale riceve lo short message, e prende a pugni il suo compagno di banco che risponde con una risatina e aggredendolo. Fanno una piccola lotta gioiosa.

Allo stesso istante altro SMS Manu Vale io e te insieme fòrever TVTTTBB

Vale lo mostra a tutti e risponde così; TVTpBB Love Love Love

Manu chiama subito a la-Franci e le comunica la notizia.
“Franci Franci io e Vale stiamo insieme, sono fidanzata, mi sono messa con Vale!!!”
Poi abbraccia il cuscino a forma di cuore mette lo stereo a manetta e ruota come una pazza.
La mamma apre la porta per dirle di abbassare il volume e lei la prende tra le braccia e la costringe in ampi giri di valzer. “Mamma sono strafelice, mi sono messa con Vale, è trooppo fico!!!!”

SMS Manu stanotte alle 11.48 pensami, io guarderò stll e penserò a te Love Love Love

11.48 SMS Amore ti penso tanto, non vd l’ora di fare l’amore con te, Io pronta
11.49 SMS Amore domani corro da te. Love Love Love Kss
11.51 SMS Vale no! Aspetta, dicevo così. Non ven ke molto imp cn scuola. Appena posso dico ai vecchi ke vado da zia Firenze e ci ved llì Prendi una camera
XXXBB**
11.55 SMS per quella camera, facciamo tra un mesetto TVTppBN
11.58 SMS Aspetta per la camera te lo dico io qnd. ;
11.59 SMS Manu ma che succede il ns amore è bello e grande e nessuno può capirlo, io tvtttb e pns a te tutte le notti ke dormo ti sogno. Mandami una foto tua nuda. Smak

Panico. “Pronto Franci ho fatto un casino!! Gli ho detto che volevo fare l’amore con lui e lui voleva partire domani. Sono riuscita al fermarlo ma vuole una foto mia nuda”
“Ma lo sai che ore sonoooooooooo?
Ti prego ti prego, ti prego dimmi che devo fare, ti preggo..
“Mandagli una foto tua in costume e, soprattutto non chiamarmi più fino a domani. Digli che si accontentasse e per quello che ci deve fare va bene, il resto ce lo mette di fantasia. Buonanotte e Dormi!”.

MMS 01,20 foto di Manu in costume con scritta.
A’mo, ti amo tanto ma non mi sento ancora pronta, ho ttnt paura. Ti mando mia ft in costume Non lasciarmi sola in qst mnd crudele, mi fido solo di te. Io sola al mnd, nessuno mi kpisce , solo tu A’mo mi vuoi TnTT BBNN Ti amo e ti penso, ti strapenso ti strasogno; sognami e io ti sogno.

La mattina non va a scuola, a pranzo si presenta a tavola con un tatuaggio sul braccio: un cuore e dentro una V.
Becca uno schiaffo dal padre e batte i piedi a terra gridando “PAPI TU NON CAPISCI GNIENTE E NON CAPIRAI MAI GNIENTE, NESSUNO MI AMA IN QUESTA CASA E NESSUNO MI CAPISCE!!!
Sta per alzarsi da tavola ma il padre le molla un altro schiaffone e la costringe a finire la minestra che lei condisce con le sue lacrime amare di unica ragazzina incompresa.

Poi fugge in camera sua, si butta sul letto e comincia a piangere. Singhiozzando chiama Vale e gli racconta tutto.
“Vale, amore mio tu solo mi ami!!! Nessuno capisce questo nostro amore fatto di attimi e di momenti magici vissuti insieme. Io ti amo tanto e sono sniff gh. Voglio-fuggire-con-te.. ehh gheee, heggee gehhee!”

Finisce la telefonata lunghissima a spese dei genitori.
SMS Vale SMS +MMS.
Foto, il fascio di rose rosse.
Testo.Apri la porta A’mo Love Love Love”

Due ore dopo la mamma sale a consolarla. Ha fatto una cazzata e se ne deve rendere conto ma i ceffoni non aggiustano niente. Si aspetta di trovarla piangente sul letto invece lei balla con lo stereo a palla.
“Manuela è arrivato questo per te” E le offre un fascio di rose rosse giunto con Interflora direttamente da Torino.
Per la seconda volta si trova coinvolta in un ampio giro di valzer e la figlia che urla la sua felicità

CADUTA LIBERA.

Manu è fidanzata e si comporta come una che sta insieme. Non fila più i ragazzi, allontana l’amico confidente autista col motorino, dà consigli alle sue amiche che si devono ancora mettere con qualcuno e …aspetta.
Aspetta le sue telefonate, i suoi SMS le sue mail e le rose.
Per qualche giorno Vale non si fa sentire. Lei si allarma e chiede consiglio nel panico a la-Franci.
Franci la dà il divieto di telefonare. “Non devi fare gniente , Lui ti chiamerà, se lo chiami tu è finita. Se chiami tu non mi cercare più che non posso più aiutarti”.

Manu passa le giornate in camera sua col cordless tra le gambe, che stringe e allenta convulse. Ogni volta che squilla grida VADO IOO e poi tratta malissimo chi la chiama.
Ha uno sfogo isterico con l’amico confidente autista che –finalmente- la manda
affanculo. Non le interessa.
Poi in uno scatto scaraventa il telefono contro la parete.

SMS: Vale, Vale, A’mo, Vale, che fai non kmi +?? Io tanto triste e innamorata, km/mi subito àmo che altrimenti mi suicido.

La frittata è fatta! Non ha il coraggio di dirlo a la-Franci.
Infatti arriva la risposta.

SMS: Manu Ns amore trpp impegnativo per me mi sento soffocare in qs rapporto trpp intenso. Ns momenti bellissimi e indimenticabili.
Sii felicie come io sono
Ti mando foto di mia nuova ragazza.
Tvb
IO e te tre metri sotto terra

MMS con la foto di una puperottola biondacon la scritta LOVE LOVE LOVE

La crisi è spaventosa. E’ in un’apnea di pianto e sta pensando a come suicidarsi. Mentre distrugge tutto in camera sua e i suoi si tengono a debita lontananza, arriva un messaggino.

SMS TESTO: Ciao Manu, sono Enrico IVF tuo N dato Stefano. Ti ho vista in corridoio. Io cotto di te. Io e te 3 Mt sopra il cielo. Io SH azzurro. Ci ved domani all’entrata.
TVTBB innamorato pazzo di te. Cotto, stracotto, fuso.

SMS Enrico, ciao, mi ricordo di te, anke tu molto carino. Bello SH preferito. IO dopo brutta storia di amore. Andiamo piano, consolami. Domani 8,20 a casa mia per scuola, abito a via vieni con SH Love Manu

Poi corre al guardaroba e sceglie cosa mettersi domani.

Tre giorni dopo le arriva questo "criptato"
testo: "I+U 4ever 6 1ca 3MSC"

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SMS SHORT MESSAGE SYSTEM



Rimane incancellabile il tatuaggio. Il padre ogni tanto che si ricorda, le molla uno schiaffo, giusto per rinnovarle la lezione e che non le venga in mente di fare la cazzata un’altra volta, e lei chiama Enrico piangendo.
Ma ha già deciso. Quando le chiederanno cosa è lei racconterà della meravigliosa storia d’amore con un ragazzogrande di Torino, finita tragicamente; lei si stava suicidando quando
SMS, Short Message System.


Col. Douglas Mortimer

venerdì 17 agosto 2007

PENSIERI E PAROLE


PENSIERI & PAROLE

La donna più bella del mondo giunge alla riunione del giovedì dove lei concede la sua presenza e il suo tempo fatto di ori fini, in quanto al momento, contro ogni regola del BOn-tON lei non ha il ganzo.
Al suo arrivo si diffonde nell’aria il profumo di maggio, con le rose, i gelsomini, l’aria tiepida e tutte queste cosettine che piacciono, secondo lai all’audience maschile.

Nessuno alza gli occhi ammirato e le liberano due sedie consecutive, unite e senza braccioli per contenere il suo enorme culo.

<em>“Adesso vado da qui dieci zappatori e gli faccio vedere io che cosa significa essere femmina. Guarda qua, sono così bella, sottile, un bel sedere a mandolino”.

Abbondante.

"Poi ho gli occhi verdi, questi bei capelli ricci e biondi, sono delicata, docle, piccola!
Adesso arrivo là e tutti quanti non riescono a staccarmi gli occhi dalle gambe. Poi nel punto più importante della conversazione, accavallo le gambe e mi godo la scena di panico generale".

Cosa che accade.
Lei si fa sistemare le due sedie di fronte alla platea maschile e improvvisamente con cattiveria nel momento di massimo impegno effettua l’operazione di accavallamento.
Certo, si aiuta con le mani, compie manovre ardite e la sedia protesta rumorosamente, ma ottiene uno stato di panico diffuso da parte degli esseri umani maschi che una cosa del genere (di quelle dimensioni) non l’avevano mai vista.
C’è chi si protegge con il giornale, chi finge di salutare qualcuno ed esce, altri si avvicinano al tavolo per sfuggire a quella visione.

Si allontanano tutti e la donna più bella del mondo pensa che non ci sono più gli uomini di una volta che facevano a gara sulla spiaggia per potersi sedere vicino a lei, che le portavano i regalini e le rose.
Lei stava sotto l’ombrellone e dirigeva il traffico del corteggiamento. Non ha mai avuto bisogno della patente perché aveva l’amico confidente-autista che la accompagnava ovunque per poi, arrivati nelle comitive, mettersi un po’ in disparte e lasciare che lei facesse la stronza con quelli di rango superiore. Ma in compenso lei gli raccontava poi tutto. Come il ragazzo al livello la toccava, la baciava le si infilava dentro,,, poi lei però ha pianto, e ha pensato a lui.

Adesso nell’attesa del Principe Azzurro che, non si sa come mai, tarda ad arrivare lei allena il suo potere seduttivo sui zappatori di un circolo di sinistra.

E’ stata vista passeggiare per il corso della città turistica con due esseri cupi e oscuri, allontanarsi un attimo, in prossimità del tabaccaio Un momentino solo!!
Poi è stata vista tornare con due baci Perugina “Mò gliela faccio vedere io che cosa è una vera SSIgnora; una che dovrebbe stare al Vomero non certo qua!! MA che Ci faccio IO qua?!”
Pensierino carino
“che bella voce musicale che ho!”
Si dice che i due tipi abbiamo afferrato il bacio (era la prima volta) che se lo siano magnnato cò tutta la carta senza dire niente, nemmeno una parola.
Lei sorrideva contenta. Portava i suoi protetti, quelli dello Zoo a passeggio. Le scimmiotte.

Ma un tempo non era così Lei passeggiava vestita Prada, con profumi costosissimi e scarpette bellell’ lungo il Corso principale all’ ora dell’aperitivo e tutti gli avventori dei caffè alla moda si fermavano nel loro sorbire il drink delle sette e seguivano con lo sguardo le sue evoluzioni in bicicletta; in realtà era un curioso ed attento esame di come potesse un sedere così grande stare in equilibrio su un sellino così piccolo; a volte si univano, al circolo degli astanti, anche alcuni fisici che cercavano di spiegare con qualche improbabile teoria della relatività il mistero di quell’equilibrio strano e fantozziano (vi ricordate Ugo che salta in sella alla bersagliera mentre cade il sellino?).
E tutti la ammiravano da sotto le tende dei caffè: lei concedeva uno sguardo malizioso ma casto, di invito e scandalo, di scherno.
“Si vieni che ti acolgo io tra le mie Virtù teologali” “Che donna che sono!”
“Ma cosa fai?, io sono una personcina perbene, all’antica” Come me lo sto girandoooo!!!
“Ma tu insinui i tuoi sguardi sotto le mie gonne” “Attenta adesso, adesso devi far vedere che ti scandalizzi!!””

- Il poveraccio voleva solo capire come è fatta la famosa donnacannone di cui tutti abbiamo sentito parlare ma che nessuno ha mai visto.

“Niò, Niò, Niò Niò e pppooiiNIO” “Ma io sono un'analista contabile laureata, una donna seria, vengo da un’ottima famiglia, vesto bene, sono bella, sono intelligente, ho una conversazione interessante e aggiungo un tocco di classe al menù”
Mica sono una di strada, sai

"Asesso, adesso, adesso, glielo devi dire adesso!!”

- Il poveraccio intanto non capiva più niente, sommerso da un torrente di parole, con un gomito di Esssa puntato sulla spalla e tutto il suo Peso gravato sul suo (di lui) baricentro ):

“Gurada, guarda, tu mi piaci un pochino. Oddio, una donna di classe (alta) come me, dovrebbe sposare uno cha abita a Vomero, e poi bellissimo, ma sia. Domani vieni a parlare con i miei, io cambio l’ arredo in casa tua -tutto moderno, essenziale, pratico, come bellezza basto io. Poi ci faccio la scrivania olimpionica, ci metto tutti miei libri, sono molto colta sai? Poi cambio tutti i tuoi mobili di famiglia e ci mettiamo cose moderne, belle che piacciono a me. Poi prendiamo i tuoi anziani genitori e li mettiamo nella cuccia dei cani, ma non fare quella faccia, la faccio allargare; a spese mie –Dio come sono generosa-; poi compriamo una cucina nuova da Tufano MobilE, poi andiamo a prendere la parete attrezzata coi faretti, poi mettiamo il plasma 42” _Che gusto che ho? A proposito che musica ti piace? No, non va bene, facciamo solo latinoamericano che mi piace a me, poi tu imparerai ad amarla per amor mio. Poi i film, lo sai io sono una specialista, capisco al volo quelli che mi piacciono, quindi scegliamo tutto quello che piace a me.
Poi andiamo a casa degli amici, io mi metto il vestitino bellillo e porto i dolci che li porto io che li scelgo io perché io lo so io che già so dove devo andare. Poi io mi siedo SEMPRE vicino a te così controllo quello che ti mangi e soprattutto quello che tu bevi, poi apriamo i dolci e io ti dico quello che ti devi mangiare perché è il più buono e tu imparerai a fartelo piacere per amor mio, poi parleremo e tu ascolterai la mia conversazione colta e illuminata, perché io sono una quota rosa. Non lo sapevi? Non lo sapevi? Ma davvero davvero? Che sono una che, siccome è così bella, intelligente, elegante, colta e di bella presenza, parlo bene ad aggiungo un tocco di classe al menù, tutti i partiti mi prenderebbero come presidentessa?
Vedi che fortuna? Cerca di meritartela eh?
D’accordo? Ci sposiamo tra un mese e tre giorni.
A proposito Come ti chiami e che professione svolgi?

“Che tecnica!! Dovrei aprire una scuola di matrimonio”

Mentre lei prende fiato lui approfitta, finge di salutare qualcuno, si libera dell’opprimente peso che grava sulla sua spalla destra e cionco corre via. Ma ha la soddisfazione di gridare mentre si sente ormai al sicuro:
“Gennariello e faccio l’idraulico”

La donna più bella del mondo rimane un po’ perplessa, poi alza le “Spalluzze” graziose e volta lo sguardo in cerca di altre prede.
La stagione della caccia è aperta.


Giurano, ma io non ci credo.
Giurano che è stata vista in una bettola di pessimo livello con tre scimmiotte mentre diceva.
"Io sono bella, alta, intelligente, affascinante e delizisosa, leggiadra e magra, mi presento bene, conosco il galateo e dò un tocco di classe al menù",
Nessuno di quei tre cafoni ha alzato la capa dal piatto, dove con le mani e la faccia sporca di sugo se magnavano la pizza alla maniera della sinistra.
Questo è incerto ma
qualcuno l’ha vista sorridere benevola.

Col. Douglas Mortimer

giovedì 16 agosto 2007

PAROLADY, UNA DONNA DI PAROLA


Più che una donna dalle mille facce è una donna dalle mille bocche. Questa deformazione è secondo me l’unica spiegazione scientificamente plausibile che possa spiegare l’enorme quantità di parole al minuto che lei riesce ad effondere. In paese è conosciuta come parolady. Sia per il suo hobby preferito, quello di aumentare la temperatura terrestre a furia di emettere frasi a ripetizione, sia perché ama attirare l’attenzione maschile con i suoi abiti attillati e provocanti. E così una volta richiamata la preda, la stordisce a forza di discorsi interminabili, come un eterno comizio apolitico.


E’ una macchina sforna - parole perfetta. Riesce a parlare senza interruzione per giorni e giorni. Anche durante il sonno continua a parlare, con somma gioia dei mariti-martiri che si sono susseguiti nel suo letto. Vanta all’attivo ben 12 matrimoni, perché in fondo è una donna di chiesa e non si è mai concessa ad un uomo se non dopo un matrimonio celebrato a dovere. Dei suoi 12 mariti, 8 sono fuggiti senza lasciare traccia, 1 si è fatto prete asserendo di aver ricevuto un’improvvisa vocazione e gli altri 3 sono morti in circostanze più o meno misteriose. La gente, con un pizzico di cattiveria, insinua che i poveruomini si sono tolti la vita estenuati dal suo furore verbale. E, di fatto, il dubbio sorge spontaneo, come direbbe Lubrano.


Ippolito, il primo marito, è stato trovato la mattina del 25 dicembre, all’indomani di una veglia che doveva essere stata particolarmente lunga e stressante per lui, con un pancione enorme, disteso in cucina. Aveva ingurgitato 10 panettoni e bevuto tutte le bottiglie di spumante omaggio. Teodoro, esperto ciclista, è stato trovato in un dirupo con la sua bicicletta. "Tragico incidente di un ciclista imprudente", decretarono le autorità. "Gesto disperato di un marito estenuato", decretò il popolo. Nicodemo, navigato marinaio, cadde inspiegabilmente a mare in una giornata di bonaccia tutto aggrovigliato a degli enormi pesi da sub. Ma la nostra eroina non si perdeva d’animo. E dismesso uno strettissimo lutto (strettissimo ed elasticizzato) riprendeva la sua caccia, a base di sguardi ammalianti e frasi ipnotizzanti.

I suoi discorsi quasi mai sono caratterizzati da un filo logico, ma l’importante per lei è emettere parole. E’ come se si dovesse svuotare di un fardello. E per riuscirci ti deve fare una testa così di chiacchiere. “Na capa tanta”, per dirla con le parole dei suoi concittadini. I suoi discorsi si aggrovigliano in maniera inestricabile. L’inesperto malcapitato che si approccia a lei per la prima volta cerca di tener testa alle sue mitragliate orali. Ma ben presto deve arrendersi. Lei, non solo non da spazio alcuno di controbattuta (al limite puoi annuire con qualche cenno meccanico del capo) ma per di più accavalla i suoi racconti in maniera casuale, come nel gioco dell’associazione d’idee.


Mentre sta raccontando del padre morto cadendo da una scala, questo termine le fa ricordare di aver incontrato per le scale una sua vecchia amica che portava un cappello rosso … rosso come il fuoco … fuoco … incendio … “hai visto quanti incendi stanno scoppiando in questi giorni?” e, senza aspettare risposta, giacché ogni sua domanda è retorica, continua “ho conosciuto un pompiere che ha salvato un cane; ah sai il mio cane è stato avvelenato; sicuramente è stata la pescivendola, qualche volta va a finire a pesci in faccia con lei; a proposito quasi quasi faccio un pesce spada alla griglia per pranzo che non ho mai nessuna idea meno male che mi è venuta; che ti stavo dicendo? Ah sì … domani penso di andarmene un po’ da mia sorella è tanto sola su quella collinaccia sperduta; le vado a fare un po’ di compagnia e …


Tu intanto ti sei già perso sulla scala. Le sue parole ti hanno intontito al punto che le scale sono diventate scale mobili a chiocciola e inizi a sentirti girare la testa sempre più forte, sempre più veloce tanto che sei costretto a invitarla a sederti al tavolino di un bar. Lei senza risponderti, ma continuando la sua tortura di parole si siede. E’ la tua condanna! L’hai invitata tu e non solo devi pagare il conto ma sei costretto anche a far finta di andarle dietro con interesse. Quando lei si accorge che non la segui più si ferma per un attimo e tu in uno scatto di gioia involontariamente alzi lo sguardo verso di lei. Tac! Riattacca la macchinetta.

Mi hanno raccontato che parolady, di cui ormai in paese s’ignora il nome di battesimo, non è stata sempre così. Figurarsi che da piccola il suo gioco preferito era quello del silenzio e vinceva sempre lei. Era così taciturna che la maestra l’aveva soprannominata la muta. La maestra era una donna cattivissima, del tutto inadatta a ricoprire il ruolo di educatrice di bambini. Era una zitella acida, insoddisfatta del lavoro e della vita. Trattava i bambini malissimo, salvo che fossero figli del sindaco, vice-sindaco o del commissario di polizia. Addirittura, nell’ora di educazione artistica passava tra i banchi e stroncava le fantasie dei bimbi accusando i loro disegni di essere indegni scarabocchi sconclusionati.


Parolady faceva dei bellissimi castelli colorati con dame a quattro zampe e principi al galoppo di serpenti enormi. La maestra furibonda la sbeffeggiava impietosamente: “La muta ha anche il cervello che non funziona, ci manca solo il ciuccio che vola in questo disegno!” E tutti i bimbi a ridere a crepapelle. E’ lì che nacque la vendetta, secondo alcuni. L’offesa bambina meditava di fargliela pagare, alla maestra e a tutti gli abitanti di quel postaccio senza fantasia. E da allora rispondeva alle interrogazioni dell’insegnante con soluzioni scombinate ma proferite con tal eloquenza e con tono di voce così risoluto che fu sempre premiata col massimo dei voti. “Giulio Cesare chi era? Era quello che ha inventato il cibo in scatoletta per gatti, animali che amava tanto. Ma la moglie Caina, sorella minore di Caia, era gelosa dei gatti al punto che li avvelenò tutti. Allora il buon Giulio dovette andare a conquistare altri territori per trovare nuovi amici gatti ed è così che divenne imperatore. Che poi in latino significa colui che possiede tanti gatti. Poi un bel giorno Nerone, il suo gatto più bello, tutto nero, si trasformò in un uomo e …”


“Va bene, va bene. Basta così”. Rispondeva la maestra frastornata. E così andò proseguendo negli anni il suo delirio discorsivo. La sua ossessione per il monologo con pubblico non pagante, ma che pagherebbe volentieri per farla tacere. All’esame di licenza media diede il meglio di sé sfoggiando conoscenze interdisciplinari, che collegavano la scoperta dell’America al diluvio universale, l’impollinazione alla palpitazione, le equazioni all’equitazione. Il tutto condito con declinazioni nella cultura contadina di cui era fiera portatrice. E allora Cristoforo Colombo diventava un allevatore di piccioni viaggiatori che mandò una nidiata in giro per il mondo a spedire messaggi deliranti sulle rotondità della terra, finché Noé non fu incaricato da Monsignor
Ferdinando di allagare il mondo per dimostrare la sua piattezza e…

A parolady non fu possibile frequentare le superiori. Infatti, tutti i presidi del comprensorio si allearono, sotto la spinta del sindacato dei professori, per respingere la domanda dell’anomala studentessa. L’allora signorina si dedicò quindi alla ricerca di un marito che la sistemasse. Si piazzava ogni giorno al bar “La zavorra”. Ordinava un cappuccino, si sedeva a un tavolino, possibilmente il più centrale per tener sotto controllo la piazza, e scrutava il passeggio per ore e ore. Fu lì che conobbe Ippolito, giovane elettricista che stava montando le illuminazioni per la festa del patrono. Il giovane fu incantato dalle gambe sinuose di parolady, che accavallandosi e scavallandosi distoglievano l’attenzione del giovane dalle interminabili disquisizioni della ragazza. Purtroppo, di lì a poco il ragazzo avrebbe fatto la fine che vi ho detto.

All’inizio che conoscevo parolady mi capitò, imprudentemente, di offrirle qualche passaggio in vespa. Lei mi si avviluppava addosso per meglio raggiungere l’orecchio destro in cui sparare violentemente i suoi sproloqui. Come pietre lanciate da una fionda. Le prime volte abbozzavo anche un minimo di partecipazione. Ma lei stroncava ogni iniziativa alzando il tono della voce, che già copriva abbondantemente il rombo del motore e lo schiamazzo urbano. Mi bombardava, mi rincoglioniva. A tal punto che la vespa iniziava a sbandare. Io iniziavo a correre all’impazzata per poterla sloggiare prima possibile. E nella disperata corsa lei si aggrappava sempre più forte e mi strillava sempre più vigorosamente nell’orecchio, ormai anestetizzato, le sue frasi senza senso. La sua voce stridula mi dava ai nervi, più di un vigile urbano, più delle strisce blu, più del traffico e dello strombazzare delle auto.

“Ieri mi è capitata una cosa pazzesca. Ero dal parrucchiere … Ah, lo sai che lui si è rimesso con l’ex moglie. Ma io non mi capacito, quella l’ha cornificato con mezzo paese e lui ci si rimette insieme?! Ah, cosa avrà quella sciacquetta? Bah! Ti dicevo … ero dal parrucchiere, c’era anche la signora Filomena … che è di nuovo incinta. Con i tempi che corrono fare 7 figli è una pazzia. A proposito di pazzi sai che mio fratello è completamente impazzito: vuole vendere la casa a degli sconosciuti per 4 soldi. Ed io dove me ne vado a vivere? Con i prezzi che ci sono oggi in giro! Sarà colpa dell’euro? Fatto sta che non si può comprare più niente da quando hanno fatto st’euro. Solo i commercianti si sono arricchiti. Il mio salumiere s’è fatto una villa che non finisce più. Che poi la moglie, che è insegnante, guadagna una miseria. E che dovrei dire io? Con quel poco di pensione del mio caro estinto… Che poi le vogliono pure diminuire. Io la prossima volta non ci vado proprio a votare. Tanto, sono tutti una manica di mariuoli. Ah, guarda là c’è il sindaco… parli del diavolo e spuntano le corna. Che pure lui di corna c’è ne ha! Quello si doveva sposare con me poi ha trovato quella cosa di niente della figlia dell’armatore Russo. Che non è lo stesso che fa la pasta. No, te lo dico perché a volte uno si confonde. Quelli sono cugini, ma di secondo grado. Quelli della pasta si trasferirono a Gragnano dopo la guerra. Uh! Mò che mi ricordo che bel panuozzo mi sono mangiata l’ultima volta che ci sono stata. Però che traffico per arrivare. Non ti dico! Che poi fanno le domeniche a piedi. A che servono vorrei dire io? Qua nessuno va più a piedi. Solo io. Solo io. E tutti c’hanno due, tre macchine. Come la Cina. Quella si sta sviluppando e deve inquinare a noi. Non solo ci vengono a rubare il lavoro. Che mo’ tutte le maglie sono fatte dai cinesi. Io non c’ho niente contro questi qua ma mi fanno schifo e poi sono tutti uguali sembrano fatti con lo stampino. Se non che, ti dicevo ...


Olè, siamo arrivati! 5 kilometri ma mi sono sembrati 500! Anche la mia cara vespa è provata! Parolady mi ha raccontato tutta la sua vita e quella di tutto il paese. Ma come fa? E il bello è che pure una volta smontata dalla vespa continuava a parlare. Uno per educazione la lascia fare. Errore! Bisogna stroncarla. Lo imparai. E me ne schizzavo via senza manco salutarla. In lontananza la sentivo ancora dare fiato alle sue corde vocali.

Ma parolady ha raggiunto il suo obiettivo. Si voleva vendicare e ci è riuscita. Oggi in paese sono tutti pazzi. C’è Filodoro che gioca a monopoli con le sue 3 auto. Le sposta e le risposta. Le parcheggia nelle maniere più bizzarre e fantasiose possibili. Unico obiettivo: conquistare tutto il vico per poi lanciare la grande sfida alla Piazza. Geremia, lo schiattamuorti, a ogni funerale si veste da Zorro e spara fuochi d’artificio. Ma questo è il meno. Ogni volta che incontra un amico, sadicamente, gli chiede “Come stai? Ti senti bene? Memento Homo! Memento! Quia pulvis es et in pulverem reverteris!” E se ne va via sghignazzando. Rosamunda si è invaghita delle suore dell’Annunziata e le fa una corte spudorata. Regali, rose e serenate sdolcinate. E tra l’altro si dice che sia ricambiata dalle sorelle che, dal canto loro, se ne vanno in giro vestite come conigliette di Playboy con sai rosa e scollacciati. Agatina va camminando con le mani al cielo dicendo di aver visto la luce. Il marito, poveraccio, non può accendere una lampadina in casa ché la moglie sobbalza e urla “Ecco, di nuovo. Sia ringraziata Nostra Signora Vergine Enel!”. Eusebio, il capotreno, si diverte in dirottamenti e scherzi vari. I turisti sono le sue vittime preferite. Devono andare a Pompei? E lui li dirotta su Terzigno. Ognuno è stato colpito dalla maledizione. Parolady si voleva vendicare e l’ha fatto. Non c’è che dire, è stata una donna di parola!


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