mercoledì 3 settembre 2008

EAST END




EAST END


In ingresso: intro Zingari felici Claudio Lolli
Da 0
E' vero che dalle finestre
non riusciamo a vedere la luce
perché la notte vince sempre sul giorno
e la notte sangue non ne produce,
è vero che la nostra aria
diventa sempre più ragazzina
e si fa correre dietro
lungo le strade senza uscita,
è vero che non riusciamo a parlare
e che parliamo sempre troppo.
A 217 stop


Voce fuori campo.
Questa strada si trova nell’ East End. Un groviglio tremendo di slums che racchiudono un brulichio di forme dall’apparenza umana, dove uomini e donne laceri e sporchi sopravvivono a forza di gin, ogni cittadino si porta in giro il suo bell’occhio tumefatto e nessuno si dà mai una pettinata ai capelli.
Luogo abbandonato, in mano ai senza lavoro, razza tutta particolare che per distintivo ha una pipa di terracotta per nemico il sapone e, di tanto in tanto, tra stendardi e bandiere, muove su Hyde Park riempiendo i posti di polizia lì intorno di ubriachi e teste calde.


Quando il raggio di sole dell’amore cade in qualche angolo di questa strada lo fa presto.
E’ atteso con ansia, è cercato, su di esso si fa affidamento. Tenendosi goffi sotto braccio, ragazzi e ragazze camminano su e giù prima ancora che il naturale interesse per le biglie colorate e le case delle bambole li abbia del tutto abbandonati a favore di esperienze più “luminose”.
“Si fanno compagnia”.
Dapprima i giovani escono a coppie. Fianco a fianco, di solito in silenzio, a volte presi da un fatuo chiacchiericcio, essi pattugliano le strade.
Non ci sono partite di tennis, gite in barca o picnic per avvicinarli, e così devono per forza uscire se vogliono incontrarsi e conoscersi.
E quando in questo modo un giovane trova la compagna adatta (o pensa di averla trovata), allora compra un anello e quella strana frequentazione si trasforma in un fidanzamento. Ma ciò succede solo dopo che per qualche mese sono usciti insieme.
I due stadi del corteggiamento vengono chiamati indifferentemente “frasi compagnia”, ma tra le due parti in questione le ragazze sono solite fare un’accurata distinzione.


Da 220
E' vero che sputiamo per terra
quando vediamo passare un gobbo,
un tredici o un ubriaco
o quando non vogliamo incrinare
il meraviglioso equilibrio
di un'obesità senza fine,
di una felicità senza peso.
E' vero che non vogliamo pagare
la colpa di non avere colpe
e che preferiamo morire
piuttosto che abbassare la faccia, è vero
cerchiamo l'amore sempre
nelle braccia sbagliate.

E' vero che non vogliamo cambiare
il nostro inverno in estate,
è vero che i poeti ci fanno paura
perché i poeti accarezzano troppo le gobbe,
amano l'odore delle armi
e odiano la fine della giornata.
Perché i poeti aprono sempre la loro finestra
anche se noi diciamo che è
una finestra sbagliata.
A 400 sfuma lento.











Il corteggiamento di Lizerunt


Primo narratore (IN)

Da qualche parte nei registri dell’anagrafe risultava il nome di Elizabeth Hunt, ma diciassette anni dopo l’iscrizione la pronuncia era diventata Lizerunt.
Lizerunt lavorava, dunque in una fabbrica di sottaceti e usciva agghindata e trasandata al tempo stesso e, in genere con un grembiule.
A sedici anni molte ragazze di questo tipo sono maritate ma in ciò Lizerunt era in ritardo e non aveva accompagnatore alcuno.
Billy Chope aveva un anno più di lei. Portava sempre una bombetta dalla tesa sottile, incavata sul cocuzzolo, e una giacchetta corta dal bavero rialzato solo da una parte, segno di totale indipendenza. Se ne andava in giro con le mani in tasca tutto il giorno e viveva con la madre che faceva la manganatrice.

Per molto tempo la sua conversazione con Lizerunt si limitò a bruschi e sbrigativi cenni del capo; ma quel particolare giovedì sera grandi cose avvennero.
Scena
Billy Chope va incontro a Lizerunt con la sua camminata dinoccolata e quando sono vicini fa un balzo, sfila la mano più vicina a lei, la afferra, le piega un braccio e la costringe con la faccia al muro.
“Ma che diav…”

IN: Esclamò Lizerunt, oltremodo lusingata…
“Lasciami!!!!”

IN: …Perchè sapeva bene che quello era Amore!!
“Dov’è che vai eh Liza?
“ A casa, no? Screanzato che non sei altro! Ma desso molla …

IN: Billy la lasciò andare e si esibì in un paio di piroette ai suoi piedi. La ragazza finse di svicolare, attenta a non essere precipitosa pèrchè le cose stavano ancora evolvendosi.
“Ehi, senti un pò Liza, ci hai da fare lunedì?
“Mica con te, bel tomo, e poi tu ci hai a Bella Dawson da pensare come Pasqua.
“Oh crepi Bella Dawson, non vale niente quella lì. Senti, io vado ai Flats, non è che ci vieni con me?

IN: Felice ma attenta a non darlo a vedere e con una punta di sarcasmo Lizerunt promise che ci avrebbe pensato. Finalmente si era fatto vivo un filarino e la ragazza si avviò verso casa nello stesso stato d’animo di chi abbia preso la laurea.
Già la settimana prima le era parso di esserci ormai vicina perché Sam Cardew le aveva gettato addosso una buccia d’arancia, ma poi era scomparso dopo un paio di piroette sul marciapiedi.

Voce fuori campo.
Di fiere non ce n’è altre come quella che si tiene il lunedì di Pasqua a Wanstead Flats. Perché lì c’è un chilometro quadrato di aperta campagna, e si può gridare quanto si vuole, le taverne sono sempre aperte, ci sono spettacoli, attrazioni, altalene, tirassegno, giostre, pesce fritto, asinelli. Le pistole ad acqua sono più grosse e il loro contenuto puzza più di ogni altra fiera.
E poi, puoi ubriacarti e farne di cotte e di crude senza rischiare di finir dentro, per il semplice fatto che i posti di polizia non possono accomodare tutti.
E in fine, quando si è stanchi di ogni altro divertimento, si può sempre dare fuoco al prato.
Scena
Billy e Lizerunt entrano allegri, saltellando e tenendosi sotto braccio. Si trattengono tra di loro in un’ angolo amoreggiando e presi dalle loro schermaglie.

IN: ma, mentre le ore passavano entrambi si resero conto di una certa stonatura: il cappellino di Lizerunt non era splendente e alla moda, ma vecchio e scialbo e la piuma era alta solo una trentina di centimetri e di un cupo color ruggine. Ora, non è dignitoso per una giovane operaia di Limehouse, andarsene in giro in un giorno di festa con un cappellino che non sia sgargiante e alla moda e con una bella piuma di struzzo sul davanti che si piega indietro sulle spalle fin dove è possibile.
Lizerunt sapeva queste cose e, se non avesse avuto un corteggiatore sarebbe rimasta a casa. Ma non si possono perdere le occasioni e dunque solo una ragazza dall’abito dimesso come il suo poteva capire la sorda invidia che lei provava per le piume che le svolazzavano intorno.
Per complicare le cose Billy, quasi del tutto ubriaco, iniziò ad inseguirla e a spruzzarla con una pistola ad acqua.

Scena
Billy insegue Lizerunt, sparandole acqua sporca addosso, la ragazza fugge e grida.
Cade per caso nelle braccia di Sam Cardew che le cinge la vita e se la trascina in ampi giri di un immaginario walzer per i tutti i Flats. La ragazza è in estasi, non accenna minimamente a nessuna resistenza.
“Ehilà Liza, dove te ne vai? Fortuna che ti ho incontrato”

Proprio in quel momento sopraggiunge Billy Chope, chiede a Sam che diavolo sta facendo con la sua ragazza

IN: Ora bisogna sapere che Sam Cardew era sempre pronto a fare a pugni molto più di Billy ma il numero totale di mezze pinte gli fece fare i calcoli sbagliati, così Billy aprì le danze. La scazzottata ebbe inizio.

Scena
Lizerunt si gode il proprio trionfo tra gridolini, gesti e smorfie.
IN: Liza era in estasi. Solo quattro giorni prima non aveva nemmeno un filarino e adesso ecco che ne aveva addirittura due e stavano facendo a pugni per lei. E proprio qui ai Flats, sotto gli occhi di tutti. Per quasi cinque minuti si sentì Elena di Troia.
E lo stesso tempo ci mise Billy a pentirsi della sua intraprendenza. Cadde a terra, si rialzò e tentò di sferrare un calcio alle spalle di Sam Cradew.
Tutti sanno che ai Flats, un calcio lo puoi mollare solo a tua moglie; in combattimento ciò è considerato forte viltà e punito dall’intera collettività degli astanti.
Billy fu salvato dall’arrivo delle guardie.
Fuggì; Sam e Lizerunt dalla parte opposta.

Scena
Sam Cradew e Lizerunt , allegri, saltellano tenendosi sotto braccio. Si trattengono tra di loro in un’angolo amoreggiando e presi dalle loro schermaglie.
Escono.


IN: La vendetta di Billy si consumò in due riprese.
Scena:
Lizerunt torna a casa con un secchiello di birra. Una mano sconosciuta la colpisce violentemente alla nuca, Liza, cade a terra priva di sensi.

IN: Sam Cardew, giurava e spergiurava che avrebbe rotto il collo a Billy Chope, ma non ne ebbe il tempo perché due giorni più tardi, un gruppo lo accerchiò e se lo ripassò più e più volte con catene, bastoni, cinghie.
Sam stette a letto quasi un mese e, quando riuscì a mettersi in piedi sembrava una mummia tante erano le bende che l’avvolgevano. Lizerunt fu spesso al suo capezzale e, una volta gli portò anche un’arancia.
Ma poi le settimane cominciarono a passare, i dubbi si affollavano nella sua mente; le feste erano prossime e Sam era completamente al verde. Quel cappellino nuovo e alla moda cominciava ad apparirle sempre più lontano.

Una sera Lizerunt era davanti alla vetrina di una modista che esponeva solo cappellini di gran lusso, coperti da piume e altri ornamenti.

Scena
Qualcuno le cinge la vita con un braccio e le chiede:
“Cos’è che ti piace, eh Liza? Quello giallo?
“Va là, Billy lasciami in pace
“D’accordo, te lo compro ohi, sì, faccio sul serio
“Va là, va là, cos’è che vuoi?

IN: poi però si accorse che Billy non aveva intenzioni violente e si fece vicina a lui guardinga.

Scena
Spariscono nel buio. Rientrano. Si allontanano con un grande pacco tra le mani di Lizerunt, sorridente e felice, smorfiosa e felice, consenziente e felice.
IN:Di lì a poco si allontanavano dal negozio col più rosso dei cappellini, sormontato dalla più azzurra e lunga delle penne; un cappellino che alla festa successiva sfidò gli interi Flats, un cappellino per il quale nessuna ragazza avrebbe esitato a vendere l’anima.
Fu così che si svolse il corteggiamento di Lizerunt. Nel giro di pochi mesi la coppia si sposò ed andò a vivere con la madre di Billy.















Da 418
E' vero che non ci capiamo,
che non parliamo mai
in due la stessa lingua,
e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero
che abbiamo tanto da fare
e non facciamo mai niente.
E' vero che spesso la strada ci sembra un inferno
e una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
dove non riconosciamo mai i nostri fratelli,
è vero che beviamo il sangue dei nostri padri,
che odiamo tutte le nostre donne
e tutti i nostri amici.

Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
A 536 sfuma

Voce fuori campo.
Una scena curiosa si ripete ogni mattina alle cinque e mezzo. La nostra strada si riempie di colpi violenti ripetuti da una porta all’altra e accompagnati instancabilmente dall’interno da un’imprecazione soffocata. Questi segnali sono opera del guardiano notturno o del primo poliziotto di ronda. Costa quattro pence la settimana essere svegliati a questo modo e intorno a questi quattro pence infuria un’accanita rivalità.
Poco dopo altri rumori; porte aperte e chiuse e scalpiccio di piedi stanchi in direzione di docks, degli impianti del gas, dei cantieri navali.
Poco dopo altri usci sbattuti e piccoli piedi, assonnati e stanchi trotterellanti per la grigia strada verso la grigia scuola a tre grigi isolati di distanza.
Poi pausa. Sommesso sfregar di pavimenti.
Poi di nuovo piccoli piedi trotterellanti verso i docks, gli impianti del gas, i cantieri navali, con il pranzo per il padre in una scodella coperta da un tovagliolo.
Poi pausa. Sommesso sfregar di pavimenti. Il pianto; un neonato che ha qualche presentimento..
Quindi il rumore di piccoli passi che trotterellano verso le entrate rettangolari delle loro abitazioni e preannunciano passi ben più gravi degli operai, lerci e stanchi.
A quel punto tutt’in giro si sparge l’odore acre dell’aringa affumicata…
Tutti i giorni sono uguali nell’East End. Tutti tranne la domenica.
La domenica mattina, almeno un paio di capofamiglia compaiono in strada vestiti di tutto punto con l’abito bello, nero e spiegazzato lungo le cuciture. Al loro fianco trottano instancabili piccoli piedi e, da sotto commoventi berrettucci di velluto o cappellini di paglia, spuntano solenni faccine tirate a lucido a forza di acqua, sapone e salvietta. Così sistemati, si avviano con aria grave verso la chiesa, dove altri a loro simili per abito e comportamento sono già riuniti; qui per due ore circa si lasciano sferzare dalla tremenda minaccia del fuoco infernale.

Quel bruto d’un Simmons

Secondo narratore (IIN)

Tra i vicini, l’infame comportamento di Simmons nei confronti della moglie fu motivo di profondo stupore.
Le altre signore lo avevano sempre giudicato un marito modello e, non c’è dubbio che la signora Simmons fosse una moglie più che coscienziosa.
Bisogna sapere che, prima di sposare Simmons era stata la vedova del Sig. Ford, il Sig. Ford aveva trovato un imbarco come uomo di fatica su un cargo e il piroscafo era affondato con tutta la sua ciurma.
I dodici anni passati in qualità di Signora Ford l’avevano lasciata senza figli, e senza figli era rimasta anche come Mrs Simmons.
Quanto al Sig. Simmons, Ted Simmons, era un discreto falegname e carpentiere, ma non era esperto delle cose del mondo e aveva bisogno di una moglie.
Vizi non ne aveva e, col tempo la moglie lo aveva dotato di svariate esotiche virtù. Tutte le domeniche, solenne e impettito, si recava a messa e nel piatto deponeva il penny che per questa bisogna gli veniva restituito quando le consegnava lo stipendio settimanale; poi, sotto la sua supervisione, tornato a casa si levava gli abiti buoni e li spazzolava con cura e attenzione. Il sabato pomeriggio con scrupolo e pazienza lucidava coltelli, forchette, stivali, bollitori e finestre. Il sabato sera accompagnava la moglie a fare la spesa e le portava pacchi e pacchetti.

Scena:
Simmons lucida gli utensili appoggiato ad un tavolo. L’atteggiamento è di grande attenzione e scrupolo. Dietro di lui solo l’ombra di una donna grossa e grassa, con le mani sui fianchi

IIN: Le virtù della Sig.ra Simmons erano poi innumerevoli. Era una splendida massaia e faceva fruttare fino all’ultimo i trentasei – trentotto scellini che il marito portava a casa. Impressionante era poi la cura che metteva nel tenere la casa pulita. Attendeva il marito sulla porta di casa, quando tornava dal lavoro e gli porgeva le pantofole da calzare in precario equilibrio sul pavimento gelido dell’ingresso. E questo perché a turno con la signora del piano inferiore lei ogni giorno lavava le scale, mentre il tappeto era tutto suo.

Scena:
Simmons minuscolo e piegato in due, di spalle, prende le ciabatte che la giunonica moglie gli porge.

IIN: Sovrintendeva quindi a tutte le fasi della pulizia del marito e, se qualche macchia restava a dir la sua, si dava cura di imprimere ben bene il fatto nella memoria di Simmons rimproverandogli con forza la dimostrazione di tanto ingrato cinismo.

C’era stato un tempo che l’aveva accompagnato per negozi di abiti e confezioni, scegliendo e acquistando i vestiti per lui perché, si sa, gli uomini sono dei gran pasticcioni e i bottegai se li bevono come vogliono.
Poi però era andata oltre: All’angolo della strada aveva scovato un tipo che vendeva scampoli a buon mercato e, immediatamente concepito l’idea di confezionare gli abiti per Ted.
Una delle sue virtù era la decisione; e quel pomeriggio stesso aveva cominciato un vestito di tweed a scacchi chiassosissimi.
Non solo, l’aveva finito per la domenica successiva e quindi Simmons fu costretto ad indossarlo per andare a messa.

Scena:
Ted Simmons cammina verso la chiesa nel suo abito a scacchi; gli tira sulle spalle, gli si stringe in vita, i pantaloni gli arrivano al polpaccio, la camicia e il gilet, in compenso sono larghissimi. Cammina come un clown a piedi larghi, con le gambe tese. Le mani tirate nelle maniche della giacca..

Col tempo, a forza di indossarlo, si abituò a quelle magagne ma non tanto da rendergli più sopportabili le facezie dei suoi compagni di lavoro. Anche perché la Signora Simmons sfornava abiti tutti modellati sul precedente, trasformando le sviste iniziali in principi assoluti, visibili e sempre più marcati perché il terzo si modellava sul secondo (che era peggio del primo) e il quarto sul terzo.
Così era del tutto inutile che Simmons accennasse, come fece più volte, al fatto che non gli andava che lei si stancasse tanto, non le faceva mica bene agli occhi, e poi c’era quel nuovo sarto a Miles End Road, costava poco e

“Oh, si! Facile per te startene lì a sbrodolare una storia dietro l’altra proprio in faccia a tua moglie caro il mio Ted Simmons come se io non ti “Vedo” attraverso come un libro sai quanto te ne frega che io sgobbo come una bestia ti basta che ti viene in tasca quel che ti serve da sbattere via come mondezza nella strada per correre dietro a quei farabutti dei sarti e io che sgobbo e do di gomito da mattina a sera per mettere da parte qualche soldo ecco che ci guadagno chiunque penserebbe che tu i soldi li trovi per strada e credo proprio che farei bene sì farei proprio bene a mettermi a letto e a starci tutto il santo giorno come vorrebbe qualcuno che conosco io e

IIN: Senza mai prendere fiato.
Simmons non ritenne opportuno aggiungere altro.
Questa fortuna continuò per anni, fino a quando una fortuna ancora più grande sopravvenne.

Sul giornale della domenica apparve anche il nome di Ted Simmmons.
Ci fu grande effervescenza di chiacchiere a Cubitt Town quando Ted Simmons ereditò.


Voce fuori campo.
A Cubitt Town, ereditare era un evento non comune; un evento tuttavia che i suoi cittadini non cessavano una sola ora di contemplare nelle possibilità, non trovando nulla di meglio per fuggire di lì e raccontato a pieni titoli nell’unica forma di letteratura di quel popolo: il giornale della domenica.
Titoloni come: Fortuna per un vetturino etc, venivano accuratamente ritagliati ed appesi al camino.
La guerriglia urbana nei negozi e ai mercati sulle ipotesi circa la fortuna della Sig.ra Simmons (anche se il lascito era di Ted) si aprì con proclami altisonanti.
La Sig.ra Simmons aveva messo le mani su migliaia di banconote lasciate da un parente lontano.
La Sig.ra Simmons aveva messo le mani su una cassaforte piena di dobloni trovata su un’isola da un suo parente lontano. Pirata!
La Sig.ra Simmons era divenuta proprietaria di una fila di case: Ideale supremo di ricchezza nell’East End.
Tutte cose che la Sig.ra Simmons si curò ben poco di smentire, godendosela tutta la sua ora di gloria. Sebbene, a dire il vero la fortuna si limitava da un lascito di circa un centinaio di sterline da parte di uno zio di Ted, ai tempi oste a Deptford.

IIN: Delle cento sterline la Sig.ra Simmons prese immediatamente il controllo. L’ovvio impiego di tale somma era di metterne i possessori “negli affari”. Il che significava una sola cosa: bottega.
Teleria, in quanto la Sig.ra Simmons non era tipo da starci tanto a riflettere. L’ipotesi di carboni frutta e verdura, avanzata da Ted venne immediatamente scartata come di basso grado.
Si affittò un negozio a Brommley, lo si riempì più che si poté, ad ogni articolo si appese un cartellino con due cifre grandi grandi, una virgola, due cifre piccole piccole.

I Simmons, vivaddio erano negli affari!

Ted assisteva del tutto inerme e imbambolato, cercando di non mettersi le mani in tasca, il che era volgare e richiamato prontamente dalla Signora Simmons che, sbucando fuori da ogni posto inaspettato correggeva energicamente la mancanza.
Scena:
Ted in piedi al centro, due donne indaffarate dietro un tavolo-bancone. Ted, del tutto fuori luogo, guarda in alto, poi si guarda le scarpe, poi si poggia su un piede poi sull’altro, poi si riguarda le unghie e si toglie le mani dalle tasche.
“Non l’ho fatto apposta moglie, è l’abitudine. Me ne sbarazzerò quanto prima. Non sta bene, lo so in commercio, ma ti dà, come dire, un senso di riposo.
“Tu e il tuo riposo. Te ne dai tanta pena tu del mio riposo, Hedward

IIN: Giacchè non era più Ted
“Io che sfacchino, con ogni cosa a cui pensare da sola, e tu te ne stai lì a guardare con le mani in tasca. Cerca di non fare la figura del babbeo, cerca.

IIN: E Hedward i cui tentativi di fornire consiglio o aiuto erano stati tutti bruscamente respinti, raggiungeva con fare dinoccolato la porta cercando di darsi l’aria di un uomo d’affari.
“ E rieccoti di nuovo alla porta a guardare su e giù come se dentro di affari non ce ne fossero –non ce n’erano-. Ti aspetti che la gente entri con te che te ne stai appiccicato alla porta? Vieni dentro, vieni! Meglio sarebbe se dal negozio te ne stessi addirittura fuori.

IIN: Anche Ted la pensava così: L’aveva vestito dell’abito della festa –l’unico decente che gli era rimasto-, lo aveva portato dentro affinché desse l’impressione di un caporeparto. Se ne stava lì, in piedi con la sgradevole impressione di essere messo in mostra. Muoveva le mani senza scopo, schiacciava coi gomiti questo o quell’articolo, si scompigliava e ripettinava i capelli, guardava su, giù, senza dare mai l’impressione di un caporeparto.

La prima cliente fu una bimba piccina venuta a chiedere una manciata di spilli e osservata da Ted con grande curiosità e rispetto e servita dalla Signora Simmons, la quale non tradì la minima delusione quando questa tornò restituendo la merce e chiedendo indietro i soldi. Alcune amiche venero per puro pettegolezzo e senza acquistare nulla. Di una donna che era venuta senza comprare niente si scopri, dopo che era uscita, che aveva rubato un paio di calze ed Hedward venne debitamente redarguito per non aver tenuto gli occhi aperti mentre la schiena della moglie era girata.
Infine le serrande si chiusero su un’entrata di tre scellini e sette pence compresa una moneta più che dubbia di tre pence.
Hedward si rifugiò nel cortile interno a fumarsi la pipa (cosa che aveva sperato per tutto il giorno di poter fare), ma fu prontamente richiamato perché la Sg.ra Simmons era convinta che potesse essere osservato dai vicini.
“Non fai che mettere in cattiva luce la famiglia

IIN: E la Signora Simmons lo strapazzò ben bene, che tutti sentissero, fino a notte fonda.
Passarono i giorni e il commercio, a dire la verità, subì ben poche variazioni. Ma il quinto giorno una cliente comprò per quasi sette scellini tutte in una volta. La Sig.ra Simmons si rasserenò. Il giro d’affari aumentava. Presto, forse ci sarebbe stato bisogno di un paio di ragazze.
Ma un cliente da sette scellini non ci fu mai più. Lo stato dell’azienda preoccupava da non dirsi; qualcosa non funzionava.
Il mistero fu chiarito qualche giorno dopo, quando capitò in bottega un giovaneammodo con tanto di calesse e cappello.
“Nessuno –mi creda-, può ragionevolmente aspettarsi di aver successo in un negozio del genere, senza avere in vetrina un discreto numero di grembiulini fantasia e di gale di pizzo della ditta che io ho l’onore di rappresentare

“Ecco! Mai che l’idea fosse venuta a te Hedward; te ne stai tutto il giorno lì impalato senza fare niente a guardare il soffitto o la punta delle scarpe e mai, dico MAI che fossi MAI utile in qualcosa. Ecco, guarda e impara babbeo di un buono a nulla come ci si comporta negli affari

IIN: Ted era diventato prima rosso poi, viola quindi nero e il sentimento che provava era estraneo alla vergogna; piuttosto un sordo ma profondo rancore, cosa di cui si pentì immediatamente, pensando a rinunciare alla pipa per una settimana come forma di autodisciplina.

Dopo uno sguardo divertito a Simmons, il gioveneammodo continuò:
“Naturalmente noi due sappiamo come vanno le cose in affari e non c’è dubbio che una signora con l’esperienza e il fiuto per il commercio come lei, afferri al volo l’occasione per trarsi da un momentaneo impaccio e spingere il suo negozio sulle vie della più alta moda, giacchè grembiulini fantasia e gale di pizzo fanno capolino nelle più belle case del regno. Per il pagamento non si preoccupi. Lei pensi a vendere, e le venderà tutte, mi creda, poi con calma passerò io e regoleremo le nostre pendenze.
Dodici dozzine per articolo, quindi?

IIN: Ted ebbe un soprassalto di sorpresa: Era una proposta folle per un negozio verso la bancarotta, ma fu ridotto in cenere da quattro occhi di brace.
Alla fine si accordarono per sei dozzine con grande gesto magnanimo del giovaneammodo.
Altri ne seguirono e la Sig.ra Simmons arrivò al teorema elementare che bisognava comprare, vendere e pagare, questo era l’arcano del successo.
Il punto debole del suo piano commerciale era la mancanza di alcun accordo col pubblico. L’invidia ci mise la sua e mai nessuno venne a comprare alcunchè.
Non solo, ma Edward, il solito, giunse da una commissione con la tremenda notizia che in Commercial road un negozio offriva gli stessi grembiuli fantasia e gale di pizzo ad un prezzo inferiore di quello dell’acquisto, il che non gli risparmiò una solenne e tonante lavata di capo.

La timida proposta di Ted di tornarsene da Moffart &C. per aggiustare il bilancio familiare, andandosene e venendosene il più possibile alla chetichella, venne respinta con sdegno.
“Bella idea ti sei fatta tu di come mantenere una posizione decorosa. Non ti basta di screditare me e te stesso facendo il babbeo in bottega al punto che gli affari vanno a rotoli e non ci bazzica nessuno –cosa di cui non mi stupisco-. …Sei un bel genere di marito, devo dire. Che cosa conti di fare adesso con l’azienda sull’orlo del fallimento e tua moglie sul punto di morire di fame? Cosa conti di fare eh? Dove sbatterai la testa?
“Bè, sai sto pensando al modo di uscirne, in maniera legale e forse se io tornassi,
“Ma dove vuoi tornare tu, te lo dico io cosa fare.

IIN: E Hedward si ritrovò buttato fuori alla porta della bottega con un grembiule fantasia su un braccio e le gale di pizzo sull’altro, affinché catturasse le signore di passaggio, funzione nella quale fece bancarotta completa; allarmava le passanti (che lo giudicavano pericolosamente sbronzo).

Quella sera ricevette l’ultima sfuriata, quindi la Sig.ra Simmons uscì con il suo cappellino dalla piuma nervosa e il cesto della spesa.

Ted Simmons rimase in casa.

Scena:
Lava piatti e bollitore, lucida posate e stivali.

IIN: Per la seconda volta il diavoletto del Peccato Originale si risvegliò in lui e prese a saltargli in petto. Osservò il suo guardaroba di vestiti e concepì la peccaminosa idea di gettarli nella spazzatura.
Subito si riebbe e stava contemplando l’ipotesi di rilavare tutti i bollitori, come forma di autodisciplina, quando si accorse di un tipo strano che lo guardava dal cortiletto con le mani in tasca e un solo bavero della giacca alzato, segno di vita avventurosa e di totale indipendenza. Lo raggiunse.
“E’ in casa la Signora Ford?
“EH!?
“La signora Ford!! No, anzi, cioè, ehm, un tempo si chiamava Ford, adesso, mi pare si chiami Simmons
“No! Non è in casa ma..
“Lei forse è il marito?

IIN: e scoppiò in una risata fragorosa, girandogli intorno e continuando a ridere.
Ora una risata nell’East End è un evento. Un capannello di gente si formò intorno a Simmons nel suo tweed a scacchi arancione che continuava a indossare fuori dal negozio.
“Cristo santo, proprio il tipo che piace a lei

IIN: e non smetteva di girare.
“Sono venuto a fare due chiacchiere con lei, da uomo ad uomo.

IIN: Al Sig. Ford piaceva intercalare ma ne conosceva solo due: Da uomo ad uomo e per così dire. Salirono in casa.
“Allora se permette mi presento da solo, per così dire, sono Bob Ford tornato fresco fresco dal naufragio del Mooltan e dato per disperso per cinque lunghi anni. Sono venuto, per così dire, a trovare mia moglie.

II: A poco a poco, finalmente Simmons richiuse la bocca. Una vaga idea si stava formando lentamente nel suo cervello e alla stessa velocità si delineavano i confini di questa nuova situazione.
Il diavoletto del Peccato Originale si affacciò in un angolo remoto del suo fegato.
Mentre un’ombra di -sembravaspavento- si disegno sulla faccia di Bob Ford.
“Q-Quando torna?
“Chi?
“Sua, cioè, mia, no, voglio dire, la Signora Simmons, per così…
“ fra un’ora circa

IIN: Sembrò riaversi e iniziò il suo discorso:
“Bene bene, eccomi di nuovo qui, il vecchio Bob Ford, morto e sepolto, cioè annegato col Moooltan e, invece eccomi qui, per così dire

IIN: La stava prendendo alla larga. Simmons lo scrutava con sospetto.
Si accese la pipa.
“Non. No, per favore. Lei, cioè, non vuole che si fumi.

IIN: La tenne accesa. Simmons non ritenne di insistere.
“Te li fa pulire i bollitori e le finestre e le posate? Ma come ti .. scommetto.. ma te lo ha confezionato lei questo?

IIN: Disse Bob Ford passando al tu.
“Bene il tempo vola e gli affari sono affari, non voglio rifarmi su di te amico ma

IIN: Il diavoletto aveva segnato il primo goal con il seguente suggerimento:
E’ chiaro che è ancora la moglie di questo tizio e, sul tuo onore spetta a te, Ted Simmons, riconoscere questo fatto ed agire come ne consegue.
“Dovrei rivendicare i miei diritti fino in fondo per così dire, ma, diciamo, visto che mi sembri un giovanotto a modo e che con mia moglie, cioè con la Signora Ford, no con la Sig.ra Simmons, insomma, tu mi capisci, per così dire, cioè, ehm da uomo ad uomo, diciamo,

IIN: Ora non è che da un tipo che è naufragato con Mooltan ci si può aspettare un grande discorso ma Il Sig.Ford – fatto uso dei due luoghi comuni più uno di riserva per le grandi occasioni-, si incartò ancor prima di cominciare. Inoltre un’ora passa in fretta.
Fece, quindi l’atto di esplodere in un soprassalto di generosità.
”Bè, guarda, maledizione, si mettiamoci d’accordo e io smammo. Così, da uomo ad uomo, ti dico un cifra, per così dire, prendere o lasciare Eh?
“EHh!?
“Cinque sterline e io smammo. OK?

IIN: Simmons non le aveva e per lo più era alla vigilia del suo matrimonio con le idee rivoluzionarie e peccaminose che si formavano nel suo fegato; fu quindi sorpreso più di chiunque altro di sentirsi dire:
“No, No, è contro i miei interessi, ma sentirei di tradire un dovere. Insomma, spetta a me andare via
“No! Non voglio, abbasserò il prezz: Tre sterline, giusto tre, da uomo ad uomo, che ne dici eh? Due, va bene? Due?
Va bè facciamo una sterlina e ti offro da bere. La trovi facile una strel

IIN: Ma non finì la frase che si accorse che stava parlando da solo. Simmons, in maniche di camicia già correva verso la porta.
Nel cortiletto incontrò la Signora Simmons che vedendolo senza giacca e senza cappello e per lo più correre a perdifiato verso la strada, fu sopraffatta dallo stupore e dallo scandalo.
Prima di rimanere definitivamente a bocca porta riuscì a dire.
“Hedward Simmons !! dove credi di andare senza cap
“C’è qualcuno di sopra che ti aspetta, moglie. Io torno subito.

IIN: Come un automa,in stato confusionale e ancora con la bocca aperta, l’ampia sagoma della Signora Simmons mosse verso casa.














Da 540
Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
A 643 sfuma


Voce fuori campo.
Nessuno in questa strada va mai al teatro perché ciò comporterebbe un lungo tragitto e un costo eccessivo per gente che deve usare il proprio denaro per comprarsi pane, birra, scarpe. E poi, almeno agli occhi di chi la domenica indossa il vestito buono, il teatro è una cosa peccaminosa.
Non c’è nemmeno chi legge poesie e romanzi: le parole stesse sono estranee alla loro esperienza. Il giornale della domenica, nella pagina dei pettegolezzi e dei fumetti esaurisce tutto il leggere che questa strada è disposta ad effettuare.
Eppure le aspirazioni non mancano.
Ultimamente ha fatto la sua comparsa in questa via un giovane pensionante che appartiene ad una società di mutua assistenza, cosa considerata una sorta di laurea, perché alle sue riunioni si tengono dibattiti d’ogni genere e, con aria soddisfatta e altezzosa, giovani simili, indisponenti per autocompiacimento, la cui unica preparazione allo scrivere è un’ignoranza colossale, leggono altisonanti relazioni.
A volte, alcuni di essi, vagano per i peggiori rioni della città, alla ricerca di adepti…















IL GRUPPO DELLA VACCA ROSSA

Terzo narratore (IIIN)

Il gruppo anarchico della Vacca rossa non esiste più. Il suo ispiratore ed animatore da tempo non si mostra tra i suoi compagni che da soli sono incapaci di agire.

Era uno di quei giovani pensionanti che affollano l’East End cercando folle di adepti da avvicinare alle loro strambe ideee rivoluzionarie.
Stocher, questo era il suo nome, se ne stava tutto il giorno a frequentare bettole e birrerie affollate di operai e disoccupati e se li scrutava; sempre solo, con due dita di unto che gli coprivano l’intero corpo, dai capelli alla scarpe, con squame di grasso nero che gli guantavano le mani, un fazzoletto marrone (ex rosso) annodato al collo e sempre, in ogni stagione, con un cappotto aperto con un solo bavero alzato, segno di vita avventurosa, totale indipendenza e idee rivoluzionarie.

Il gruppo della Vacca rossa era in realtà un insieme di individui che dopo lavori di facchinaggio si vedeva la sera, per puro caso ma ogni giorno, nel retro della birreria dall’altisonante nome..
Un giorno uno di loro invitò Stocher a indottrinare i suoi compagni.
Non lo accolsero con grande entusiasmo, bisogna dire, ma lui non era il tipo da lasciarsi intimidire da tiepide accoglienze.

Scena:
Stochler, col suo cappotto lungo parla ad una folla di tre, massimo quattro individui seduti a due tavoli.. Molti boccali di birra vuoti, qualcuno pieno a metà. Tra loro, un po’ in disparte, uno con una folta barba bianca e una pipa in bocca.

IIIN: Essi erano il sale della terra, quelli che vengono presi a calci e derubati e insultati. Abbasso tutto ciò che non era già abbasso e così via…
Le sue conferenze entusiasmarono. Sera dopo sera erano sempre eguali ma ciò non contava troppo. Era bello per “quelli della Vacca rossa” che qualcuno venisse da loro e parlasse a loro. Già tanto era troppo.
“Perchè, dunque siamo poveri?

IIIN: Domandava Stocher, piegandosi in avanti e porgendo a ciascuno il palmo aperto come a tentare una infortunosa colletta.
“Ve lo domando ancora; perché siamo poveri? Perché amici ci ritroviamo sempre senza un soldo in tasca per rimediare una mezza pinta per sciacquarci la gola come è giusto, eh? Com’è che succede? Eh? Ve lo domando ancora; com’è che succede?

IIIN: Questo era il suo stile; fare più volte la stessa domanda caricandola di pathos.
Per cui bisognava che qualcuno rispondesse.
Ci pensò Gunno Polson:
“Mancano i gonzi.
“Son tutti al verde quelli che scommettono

IIIN: Gli fece eco Jerry Sands. Da parte sua il vecchio Baker non parlò e non pensò. Poi la risposta la dava lui.
“Ve lo dico iiiooo, cari amici. E’ perché questa società e tutta marcia, ecco com’è. Perché mai lasciare che pigri e sporchi fannulloni buoni a nulla che si fanno chiamare Le Classi Alte si becchino tutti i frutti del vostro lavoro mentre sfacchinate come schiavi per mantenerli nel lusso e morite di fame? Perché non andate a prendervi tutto quello che vi pertocca di tutta la ricchezza che vi sta attorno?

IIIN: Gunno Plson guardò uno ad uno tutti gli amici che lo circondavano, ci pensò bene, poi li riguardò uno ad uno, poi ci ripensò ed infine disse con illuminata enfasi:
“Ci sono i poliziotti!!!

“Già perché c’è la forza bruta e Le Classi Alte ci si nascondono dietro. Ecco perché. Perché ci sono le truppe pagate e armate fino ai denti per tenere il popolo in schiavitù. Perché ci sono i magistrati e la polizia, ecco! E allora perché non sbaracchiamo via i magistrati e la polizia? Non servono a nulla e allora, chi li vuole, eh? Chi li vuole?

IIIN: Finiva sempre ogni suo intervento con una domanda ripetuta più volte.
“Si, sono una rottura

IIIN: ammise Snorkey che aveva passato qualche tempo in prigione; era uno spettatore che partecipava con entusiasmo e trasporto ma concepiva quello che stava accadendo come un dialogo, non come un’ indottrinamento, quindi interrompeva ad ogni frase, rovinando sempre tutte le pause ad effetto dell’oratore.

“Nessuno li vuole, dico nessuno che è appena utile alla Società…
Facciamola finita con questa gentaglia.
Basta! Sbaracchiamo tutto! Facciamoli saltare per aria; e allora…

IIIN: E la sua voce si abbassò e assunse un tono di mistero e misticismo allo stesso tempo, e per raddoppiare l’effetto, si piegò e comunicò a camminare quasi carponi,
“..E allora sì che ci avrete i vostri diritti.
E vi dico pure che il momento si avvicina. Si avvicina, credete a me. E quando l’ora luminosa avverrà, - a questo punto la voce diventò un sussulto-, lavoreranno tutti e non più di un’ora al giorno.

IIIN: Il vecchio Baker smise di fumare e sembrò un po’ allarmato. Già lavoro non ce n’era così, figuriamoci se anche Le Classi Alte si fossero messe alla stazione a portare i bagagli, come tentava di fare lui.
Per lui Le Classi Alte erano raffigurate esclusivamente dai due tizi in bombetta a cui aveva portato le valigie tentando di dileguarsi. Si era preso tre giorni.
“E avrete tutto quello che desiderate.

IIIN: Nel gruppo vi fu un’occhiata piena di cupidigia in direzione del bar.
La luce si diffuse con grande rapidità e nel giro di poche settimane il gruppo della Vacca rossa, divenne un promettente focolaio di anarchia.
Con leggerezza i discorsi di Stochler si spostarono sempre più sul piano degli esplosivi. Chiunque poteva fabbricarli, spiegò, niente di più facile. E qui si atteggiò a lungo a misterioso e desperado, vanto e stupore di tutto il gruppo della Vacca rossa.
“Dovete comprare dell’acido nitrico e poi il doppio di acido solforico, che vanno mescolati insieme goccia a goccia, aggiungendo poi la migliore nitroglicerina e badando a tenere tutto molto al fresco.
Il prodotto poi, va mescolato con acqua e lasciato a decantare, quindi ci si aggiunge della sabbia. Ed ecco pronto il terribile esplosivo

IIIN: Il gruppo ascoltò rapito, nel più assoluto dei silenzi.
L’azione poi doveva svolgersi in gruppo o singolarmente. Bisognava controllarsi a vicenda. Non POTEVANO esserci delazioni. Meglio la morte.
“Si tratta di un’opera disperata e gloriosa. Bisogna agire con rapidità, coraggio e tutti uniti

IIIN: E queste cose Stochler le spiegò nel miglior tono da cospiratore, con cenni del capo, ammiccamenti, dita puntate, come uno che sia uso mettere sottosopra regni ed imperi.
Il gruppo ascoltava rapito e indeciso quando Gunno Polson, prese la parola.
“Gli impianti del gas, faremo saltare gli impianti!!!!! E adesso, ripetimi la ricetta.

E il rivoluzionario –munito di matita e foglietto- prese a scrivere, lentamente e calcando molto, sillabando ogni parola,
aaciiiddddo NNNNITTrrico virrrgooola
poi, pooolllvvere …

IIIN: Jerry Sands si alzò ed azzardò qualche domanda circa la vita degli operai dell’impianto ma fu ridotto in cenere da un’occhiata piena di disprezzo di Stochler
Il quale spiegò che
“Cosa volete che contino due o tre vite in cambio della Gloria Eterna? Essere sui libri di storia, la vendetta attraverso le vostre mani..

IIIN: E cose del genere. Per un paio di giorni l’entusiasmo regnò senza limiti al gruppo anarchico della Vacca rossa.
Ebbe un calo solo nel momento in cui il solito Gunno Polson porse la domanda che volevano fare tutti:
“Quanti fondi ci si può ragionevolmente aspettare dal Quartier Generale?

IIIN: Voleva sapere, in altre parole, che ci avrebbero rimediato a fare tutta quella roba. Alla risposta; niente solo Gloria, molti musi si allungarono e Stochler cominciò a considerare l’idea che il suo giro di giostra era quasi al termine alla Vacca rossa e che doveva cercarsi altri disperati da indottrinare.
Così, la sera seguente, Stochler arrivò più tardi del solito.
“Ehilà!- esclamò Gunno Polson-, Sei arrivato, finalmente. Abbiamo avuto cose molto importanti da fare senza di te. Guarda!

IIIN: Aggiunse poi sottovoce.
“Ecco qui la roba.

IIIN: Con la fierezza di un bambino che ha appena passato il suo primo esame alle elementari.
Stochler balzò indietro di mezzo metro buono e impallidì.
“Cosa fai, pazzo! Non Agitarla! Non agitarla per carità! Ma vi rendete conto, quella roba può esplodere! Mettila giù, piano…
E adesso che volete fare?

IIIN: Era bianco come un fazzoletto lavato. Le gambe non lo reggevano, sudava copiosamente, ed era gelato. MAI in vita sua era stato così vicino ad un esplosivo.
“Bè, facciamo saltare gli impianti

IIIN: Rispose Jerry Sands con semplicità soddisfatta.
“Allora, come era? Adesso si versa la roba sulla sabbia, vero?
“Fermo! Non farlo! Per amor del Cielo,
“Ehi ma che ti succede – Stochler, facciamo quello che ci hai detto, no? Niente delazioni.
“Si ma, ehm, mi pare che manchi, anzi certo manca una cosa. So io dove prenderla, adesso vado la prendo e torno, mi raccomando non muovetevi

IIIN: E fece per uscire. Ma Gunno Polson lo fermò alla porta.
“Tutti insieme, ricordi e si guardarono tutti soddisfatti.

IIIN Loro avevano capito che Stochler li voleva mettere alla prova. Quindi si comportarono come i primi della classe, facendo a gara per mostrargli che avevano imparato bene bene tutte le sue lezioni e che adesso, senza esitazioni e tutti insieme- proprio come voleva lui-, avrebbero agito. Se ci andava di mezzo una vita non era importante. Importante era la Gloria.
Erano fierissimi di essere così diligenti discepoli di così scaltro maestro, che ora, li stava mettendo alla prova.

La delusione fu quindi alta, quando Stochler scoppiò in un pianto dirotto, pregandoli di lasciarlo andare. Lui era solo un Predicatore della Rivoluzione, altre vite avrebbero avuto l’Onore di rischiare di spegnersi in azione..
Sorpresissimi si guardarono in faccia cercando di capire.
Fu il vecchio Baker, che parlava pochissimo quindi era considerato saggio che dopo una lunga tirata di pipa disse come stavano le cose:
Le classi Alte! Loro lo avevano pagato perché tradisse. Le aveva viste lui due Classi Alte che arrivavano col treno ieri; avevano il cilindro e il bastone. Ecco dove andavano; a incontrare Stochler per pagarlo e fargli tendere una trappola. Ecco com’era. E lui gli aveva portato pure i bagagli. E sputò in terra, segno del più profondo dei disprezzi.

La cosa fu confermata da alcuni scellini che gli trovarono in tasca e che da bravi rivoluzionari spesero tutti in birre. Anche a Stochler versarono molta birra direttamente sul cappotto.
Poi lo legarono al cestello dell’esplosivo, lo trascinarono per strada di peso, giacché era mezzo svenuto, lo tennero nascosto nel gruppo, cantando le loro canzoni rivoluzionarie, nelle quali non mancavano inni della squadra rionale, gettarono la spia delLe Classi Alte ai piedi dell’impianti e si dileguarono, soddisfatti, e pieni di gloria, in direzione della birreria.
Poco dopo una leggera esplosione fu udita fino a pochi isolati di distanza.



Pausa.














Voce fuori campo.
Questa strada è lunga circa centocinquanta metri e ogni metro è fatto allo stesso modo.
Una piccola cadente costruzione in mattoni rossi con tre aperture per finestre e un rettangolo per porta. E ciascun lato di questa strada è formato da una cinquantina di case simili, una in fila all’altra con un’unica facciata in comune.
Girato l’angolo ci sono panetterie, un negozio di candele, una birreria. Non rientrano nella veduta, ma sono ben noti a tutti gli inquilini, e il negoziante di candele va in chiesa tutte le domeniche e paga regolarmente il proprio banco.
Può succedere che qualcuno si sia rivolto alla Cassa di Assistenza per avere carbone, coperte. Morirebbe piuttosto che rendere noto un simile obbrobrio.


II reprise da 26
Siamo noi a far ricca la terra
noi che sopportiamo
la malattia del sonno e la malaria
noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano,
noi piantiamo il mais
su tutto l'altopiano.
Noi penetriamo foreste, coltiviamo savane,
le nostre braccia arrivano
ogni giorno più lontano.
Da noi vengono i tesori alla terra carpiti,
con che poi tutti gli altri
restano favoriti.

E siamo noi a far bella la luna
con la nostra vita
coperta di stracci e di sassi di vetro.
Quella vita che gli altri ci respingono indietro
come un insulto,
come un ragno nella stanza.
A 135 sfuma veloce.



IIN: Proprio nel preciso istante in cui l’ampia figura della Sig.ra Ford fece il suo ingresso in casa, un’altra figura s’intravide scavalcare la finestra.
Scavalcò la balaustra e, senza esitazione alcuna si gettò dal primo piano.
La Sig.ra Simmons (Già Ford) si portò alla finestra e vide un’immagine d’uomo vestito da marinaio. Aveva qualcosa di familiare e, molta fretta.
L’uomo si era di sicuro slogato una gamba, almeno così parve alla padrona di casa dalle sue imprecazioni soffocate. Ciò nondimeno l’uomo si alzò e se la svignò di gran carriera, trascinandosi la gamba con la mano e guardando, sembrava alla sig.ra Ford-Simmons, con grande apprensione in sua direzione.
“I ladri” pensò tra sé, poi si riprese e si diede a cercare Ted per dargli un’energica strapazzata.

Per molto e molto tempo, la vile diserzione di Simmons, mai più apparso da quelle parti, fu oggetto di chiacchiere tra le signore del vicinato, di profonde riflessioni e lunghe meditazioni, alla messa della domenica.




IIIN: Alla Thames, Police Court, Alfred Stochler fu incriminato per ubriachezza molestia. Lo avevano rinvenuto in stato di assoluta incoscienza vicino agli impianti del gas. A quanto pare era stato legato mani e piedi da un monello di strada, il quale aveva poi acceso un fuoco d’artificio accanto all’uomo. L’uomo sosteneva di essere stato aggredito in una taverna ma poi non voleva fornirne il nome né tantomeno quello dei suoi aggressori e neanche le modalità dell’aggressione. Si limitava a piagnucolare.
Gli era stato trovato accanto un cestello contenente una strana mistura di sabbia e olio di ricino ma l’arrestato non sapeva chiarirne la provenienza.
Il magistrato lo multò di cinque scellini o sette giorni di prigione e, poiché l’uomo non aveva denaro con sé, venne immediatamente tradotto in cella.


II reprise da 135
Riprendiamola in mano, riprendiamola intera,
riprendiamoci la vita,
la terra, la luna e l'abbondanza.

… a 226 abbassa volume accendi luci sala. Finale
a 305 alza volume, sulla ribalta, fino alla fine brano.

Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra.
Ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra.
Ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
Fino a finale



Liberamente tratto da: Arthur Morrison: Londra sconosciuta

Col. Douglas Mortimer

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