martedì 18 novembre 2008

EAST END




In ingresso: intro Zingari felici Claudio Lolli
Da 0
E' vero che dalle finestre non riusciamo a vedere la luce perché la notte vince sempre sul giorno e la notte sangue non ne produce, è vero che la nostra aria diventa sempre più ragazzina e si fa correre dietro lungo le strade senza uscita, è vero che non riusciamo a parlare e che parliamo sempre troppo.
A 217 stop


Voce narrante ,
“Questa strada si trova nell’ East End. Un groviglio tremendo di slums che racchiudono un brulichio di forme dall’apparenza umana, dove uomini e donne laceri e sporchi sopravvivono a forza di gin, ogni cittadino si porta in giro il suo bell’occhio tumefatto e nessuno si dà mai una pettinata ai capelli.
Luogo abbandonato in mano ai senza lavoro, razza tutta particolare che per distintivo ha una pipa di terracotta per nemico il sapone e, di tanto in tanto, tra stendardi e bandiere, muove su Hyde Park riempiendo i posti di polizia lì intorno di ubriachi e teste calde”.

Pausa.

“Quando il raggio di sole dell’amore cade in qualche angolo di questa strada lo fa presto.
E’ atteso con ansia, è cercato, su di esso si fa affidamento. Tenendosi goffi sotto braccio, ragazzi e ragazze camminano su e giù prima ancora che il naturale interesse per le biglie colorate e le case delle bambole li abbia del tutto abbandonati a favore di esperienze più “luminose”.
Quando un giovane trova la compagna adatta (o pensa di averla trovata), allora compra un anello e quella strana frequentazione si trasforma in un fidanzamento.
I due stadi del corteggiamento vengono chiamati indifferentemente “frasi compagnia”, ma tra le due parti in questione le ragazze sono solite fare un’accurata distinzione.”

La scena è semivuota. Di lato (a sin del pubblico) il banco di mescita di una birreria. Sul lato opposto due tavoli di quelli quadrati di un pub. Sono apparecchiati con una tovaglia di un unico colore scuro e sopra solo alcune brocche di vetro e un bricco trasparente con della birra.
In testa sullo sfondo un grande cartello con su la scritta: Pub della Vacca Rossa.
Al centro di fondo una panca con dei cappellini alla moda (fine ‘800) alti e con le piume, simboleggia il negozio.
Più avventori silenziosi al banco del bar o seduti ai tavoli.
Fantasmi. Figure acquatiche, immerse nella nebbia o sospese tra le nuvole. Una debole luce quasi non li illumina.











Da 220E' vero che sputiamo per terra quando vediamo passare un gobbo, un tredici o un ubriaco o quando non vogliamo incrinare il meraviglioso equilibrio di un'obesità senza fine, di una felicità senza peso. E' vero che non vogliamo pagare la colpa di non avere colpe e che preferiamo morire piuttosto che abbassare la faccia, è vero cerchiamo l'amore sempre nelle braccia sbagliate. E' vero che non vogliamo cambiare il nostro inverno in estate, è vero che i poeti ci fanno paura perché i poeti accarezzano troppo le gobbe, amano l'odore delle armi e odiano la fine della giornata. Perché i poeti aprono sempre la loro finestra anche se noi diciamo che è una finestra sbagliata.
A 400 sfuma lento.

























Il corteggiamento di Lizerunt


Voce narrante.
“Da qualche parte nei registri dell’anagrafe risultava il nome di Elizabeth Hunt, ma diciassette anni dopo l’iscrizione la pronuncia era diventata Lizerunt.

Una luce illumina il centro della scena.
Liza, ragazzina giovane e graziosa ma trasandata. Indossa un vestito e sopra di esso un grembiule da lavoro, ha i capelli pettinati e mantenuti a un lato con un fiore. Si allontana dal banco o si alza da uno dei tavoli e “prende vita”
Liza, pensando ad alta voce: Ho quasi sedici anni e nemmeno un ganzo –uno qualunque che si interessi a me. E le mie amiche sono tutte già sposate! Se vado avanti così, ancora un paio d’anni e divento una vecchia zitella! Mah! Entro Pasqua devo per forza trovarmi….

Voce narrante. Fuori dalla vista.
“Billy Chope aveva un anno più di lei. Portava sempre una bombetta dalla tesa sottile, incavata sul cocuzzolo, e una giacchetta corta dal bavero rialzato solo da una parte, segno di totale indipendenza. Se ne andava in giro con le mani in tasca tutto il giorno.

Billy Chope, si rianima, si allontana dal banco, va incontro a Lizerunt con la sua camminata dinoccolata e quando sono vicini fa un balzo, sfila la mano più prossima a lei, la afferra, le piega un braccio e la costringe con la faccia al muro.
Liza, estremamente lusingata: Ma che diav…
Lasciami!!!!
Billy, sicuro di sé: Dov’è che vai eh Liza?
Liza: A casa, no? Screanzato che non sei altro! Ma desso molla …

Billy la lascia andare e lei finge di svicolare ma non si allontana.
(Le cose stanno ancora evolvendosi).
Billy: Ehi, senti un pò Liza, ci hai da fare lunedì?
Liza: Mica con te, bel tomo, e poi tu ci hai a Bella Dawson da pensare come Pasqua.
Billy: Oh crepi Bella Dawson, non vale niente quella lì. Senti, io vado ai Flats, non è che ci vieni con me?
Liza Con sarcasmo e una punta d’ironia: Va beene. Controllerò i miei impegni e ti farò sapere
Billy: E quando
Liza correndo e ridendo, vuole essere una femmefatal ma è solo molto goffa: Ti farò sapere

Voce narrante. Fuori dalla vista.
“Finalmente si era fatto vivo un filarino e la ragazza si avviò verso casa nello stesso stato d’animo di chi abbia preso la laurea.
Già la settimana prima le era parso di esserci ormai vicina perché Sam Cardew le aveva gettato addosso una buccia d’arancia, ma poi era scomparso dopo un paio di piroette sul marciapiedi.

“Di fiere non ce n’è altre come quella che si tiene il lunedì di Pasqua a Wanstead Flats. Perché lì c’è un chilometro quadrato di aperta campagna, e si può gridare quanto si vuole, le taverne sono sempre aperte, ci sono spettacoli, attrazioni, altalene, tirassegno, giostre, pesce fritto, asinelli….

Nel frattempo al banco e ai due tavoli gli avventori continuano la loro immersione nel nulla come se al centro scena non accedesse niente.
Billy e Lizerunt entrano allegri, saltellando e tenendosi sotto braccio. Si trattengono tra di loro in un’ angolo amoreggiando e presi dalle loro schermaglie.

Voce narrante.
“Mentre le ore passavano entrambi si resero conto di una certa stonatura: il cappellino di Lizerunt non era splendente e alla moda, ma vecchio e scialbo e la piuma era alta solo una trentina di centimetri e di un cupo color ruggine. Ora, non è dignitoso per una giovane operaia di Limehouse, andarsene in giro in un giorno di festa con un cappellino che non sia sgargiante e alla moda e con una bella piuma di struzzo.
Lizerunt sapeva queste cose. Ma non si possono perdere le occasioni…
Billy: Ehi, Liza -ha una pistola da acqua e la spruzza dappertutto, persino sul suo cappellino dimesso- Guarda cosa ho trovaaaatoo! Ma dove scappi! Non correre! Dai che ci divertiamo..”
Liza mentre fugge: Fermati, disgraziato! Vuoi ridurmi come la peggiore delle ragazze qui in mezzo? Eh?
E dai che mi bagni tutta con quest’acqua sporca.

Billy insegue Lizerunt, sparandole acqua sporca addosso, la ragazza fugge e grida. Sam, Cardew, si allontana dal banco dove era a colloquio con Billy. Riprende vita e si avvia al centro scena. Liza cade per caso nelle braccia di Sam che le cinge la vita e se la trascina in ampi giri di un immaginario walzer per i tutti i Flats. La ragazza è in estasi, non accenna minimamente a nessuna resistenza.
Sam: Ehilà Liza, dove te ne vai? Fortuna che ti ho incontrato

Proprio in quel momento sopraggiunge Billy Chope.
Billy: Che diavolo fai con la mia ragazza tu?
Liza: La tua che? ma se ci siamo visti oggi per la prim
Billy: Come, io… cioè, pensavo…

Ma non finisce la frase che Sam lo cinge per la vita e lo trascina a terra. I due lottano, mentre
Lizerunt si gode il proprio trionfo tra gridolini, gesti e smorfie.

Voce narrante. Fuori dalla vista mentre i ragazzi sono avvinghiati e lei gli gira intorno grida fingendo spavento e saltella invece di gioia.
“Liza era in estasi. Solo quattro giorni prima non aveva nemmeno un filarino e adesso eccone addirittura due e stavano facendo a pugni per lei. E proprio qui ai Flats, sotto gli occhi di tutti. Per quasi cinque minuti si sentì Elena di Troia.

Billy e Sam lottano avvinghiati, mentre due o tre persone si allontanano dai tavoli e li circondano. Il loro atteggiamento non cambia. Muti e acquatici. I ragazzi cadono a terra mentre lottano. Qualcuno fuori grida GLI SBIRRI! Come due automi i ragazzi si separano Billy fugge da solo, Sam prende sottobraccio Liza. Gli altri ritornano al posto. I due, allegri, saltellano tenendosi sotto braccio. Si trattengono tra di loro in un’angolo amoreggiando e presi dalle loro schermaglie.
Escono.

Voce narrante,
“La vendetta di Billy si consumò in due riprese.

Lizerunt torna a casa con un secchiello di birra. Una mano sconosciuta la colpisce violentemente alla nuca, Liza, cade a terra priva di sensi.

Voce narrante,
“Sam Cardew, giurava e spergiurava che avrebbe rotto il collo a Billy Chope, ma non ne ebbe il tempo perché due giorni più tardi, un gruppo lo accerchiò e se lo ripassò più e più volte con catene, bastoni, cinghie.
Questa scena avviene nel cono di luce dietro un paravento.
Sam stette a letto quasi un mese e, quando riuscì a mettersi in piedi sembrava una mummia tante erano le bende che l’avvolgevano. Lizerunt fu spesso al suo capezzale e una volta gli portò anche un’arancia.
Ma poi le settimane cominciarono a passare, i dubbi si affollavano nella sua mente; le feste erano prossime. Quel cappellino nuovo e alla moda cominciava ad apparirle sempre più lontano.

Liza davanti ad un negozio di modista che espone solo cappellini (la panca di fondo scena). Sospira.
Qualcuno le cinge la vita con un braccio e le chiede:
Billy Cos’è che ti piace, eh Liza? Quello giallo?
Liza: Va là, Billy lasciami in pace
Billy: D’accordo, te lo compro ohi, sì, faccio sul serio
Liza: Va là, va là, cos’è che vuoi?

Liza si allontana un poco intimorita e si massaggia dove le fa ancora male per la botta ricevuta da Billy. Poi però capisce che non ha cattive intenzioni e gli si avvicina guardinga.
Spariscono nel buio. Rientrano. Si allontanano con un grande pacco tra le mani di Lizerunt, sorridente e felice, smorfiosa e felice, consenziente e felice.

Voce narrante,
“Di lì a poco si allontanavano dal negozio col più rosso dei cappellini, sormontato dalla più azzurra e lunga delle penne; un cappellino che alla festa successiva sfidò gli interi Flats, un cappellino per il quale nessuna ragazza avrebbe esitato a vendere l’anima.
Fu così che si svolse il corteggiamento di Lizerunt. Nel giro di pochi mesi la coppia si sposò ed andò a vivere con la madre di Billy.





Da 418 E' vero che non ci capiamo, che non parliamo mai in due la stessa lingua, e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero che abbiamo tanto da fare e non facciamo mai niente. E' vero che spesso la strada ci sembra un inferno e una voce in cui non riusciamo a stare insieme, dove non riconosciamo mai i nostri fratelli, è vero che beviamo il sangue dei nostri padri, che odiamo tutte le nostre donne e tutti i nostri amici. Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro, far l'amore e rotolarsi per terra, ho visto anche degli zingari felici in Piazza Maggiore ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
A 536 sfuma


Tutti i personaggi si riposizionano al bar o ai tavoli nella medesima posizione di prima.
Cambio scena. Sulla panca di fondo al posto di cappellini alla moda compaiono grembiulini bianchi e tovaglie e tovaglioli ricamati.
Un cartello a terra indica un negozio di biancheria di corredi,TELERIE SIMMONS, i tavolini si uniscono formando una tavola da pranzo al lato della scena verso destra (dal punto di chi guarda), per il momento in ombra.
Rimane il banco di mescita. Tutti gli avventori”riparano”verso il banco-bar.
Più in evidenza, due amici si trattengono sorseggiando qualcosa. E’ pomeriggio avanzato e sono operai appena usciti dai dock’s, dagli impianti del gas, dai cantieri navali.
Mentre parlottano tra loro:
Voce narrante ,
“Una scena curiosa si ripete ogni mattina alle cinque e mezzo. La nostra strada si riempie di colpi violenti ripetuti da una porta all’altra e accompagnati instancabilmente dall’interno da un’imprecazione soffocata. Sono opera del guardiano notturno o del primo poliziotto di ronda. Costa quattro pence la settimana essere svegliati a questo modo e intorno a questi quattro pence infuria un’accanita rivalità.
Poco dopo altri rumori; porte aperte e chiuse e scalpiccio di piedi stanchi in direzione di docks, degli impianti del gas, dei cantieri navali.
Poco dopo altri usci sbattuti e piccoli piedi, assonnati e stanchi trotterellanti per la grigia strada verso la grigia scuola a tre grigi isolati di distanza.
Poi pausa. Sommesso sfregar di pavimenti.
Poi di nuovo piccoli piedi trotterellanti verso i docks, gli impianti del gas, i cantieri navali, con il pranzo per il padre in una scodella coperta da un tovagliolo.
Poi pausa. Sommesso sfregar di pavimenti
Quindi il rumore di piccoli passi che trotterellano verso le entrate rettangolari delle loro abitazioni e preannunciano passi, ben più gravi e stanchi, degli operai
A quel punto tutt’in giro si sparge l’odore acre dell’aringa affumicata…




Quel bruto d’un Simmons

I due amici, appoggiati al bar tentano qualche tiro con le freccette, poi uno di loro si ferma di botto, si volta verso l’altro
I: Mentre tira la freccetta un’ombra passa dietro le quinte. Si ferma con la freccia in mano e esclama un po’ stupito: Simmons! Ma guarda chi ti passa, ma no, non è possibile. Quel tizio, vedi pareva paro paro Simmons!
II: Chi Ted l’eroe?
I con evidente sarcasmo: No, Edward, il commesso della Sig.ra Simmons
II: Come no, coi suoi vestiti a quadri, quando non erano addirittura fantasia.
Però, che coraggio…
I: con evidente sarcasmo: Non c’è dubbio che la signora Simmons fosse una moglie più che coscienziosa. Devi sapere che prima di sposare Simmons era stata la vedova del Sig. Ford, il Sig. Ford aveva trovato un imbarco come uomo di fatica su un cargo e il piroscafo era affondato con tutta la sua ciurma.
I dodici anni passati in qualità di Signora Ford l’avevano lasciata senza figli, e senza figli era rimasta anche come Mrs Simmons.
Quanto al Sig. Simmons, Ted Simmons, era un discreto falegname e carpentiere, ma non era esperto delle cose del mondo e aveva bisogno di una moglie. Vizi non ne aveva e, col tempo la moglie lo aveva dotato di svariate esotiche virtù.

Riprendono a giocare con le freccette. Bevono qualcosa e continuano il racconto.
II: Ci capitava avanti tutte le domeniche, solenne e impettito, che si recava a messa e nel piatto deponeva il penny che per questa bisogna gli veniva restituito quando lui le consegnava lo stipendio settimanale.
II: Il sabato sera, poi non ci era verso che non t’inciampasse tra i piedi, carico come un somaro, mentre accompagnava la moglie a fare la spesa e le portava pacchi e pacchetti.

Nel frattempo Simmons, riprende vita, si allontana dal banco, si avvicina al tavolo da pranzo prende pentole e padelle e le lucida. L’atteggiamento è di grande attenzione e scrupolo. Dietro di lui solo l’ombra di una donna grossa e grassa, con le mani sui fianchi
II: Le virtù della Sig.ra Simmons erano poi innumerevoli. Era una splendida massaia e faceva fruttare fino all’ultimo i trentasei – trentotto scellini che il marito portava a casa. Impressionante era poi la cura che metteva nel tenere la casa pulita. Attendeva il marito sulla porta di casa, quando tornava dal lavoro e gli porgeva le pantofole da calzare.
I ridacchiando: E questo perché a turno con la signora del piano inferiore lei ogni giorno lavava le scale, mentre il tappeto era tutto suo.

Simmons minuscolo e piegato in due, di spalle, prende le ciabatte che la giunonica moglie gli porge.
II: C’era stato un tempo che l’aveva accompagnato per negozi di abiti e confezioni, scegliendo e acquistando i vestiti per lui.
I: Poi però era andata oltre: all’angolo della strada aveva scovato quel tipo –ti ricordi?- che vendeva scampoli a buon mercato e, immediatamente concepito l’idea di confezionare gli abiti per Ted. Una delle sue virtù era la decisione; e quel pomeriggio stesso aveva cominciato un vestito di tweed a scacchi chiassosissimi.
Non solo, l’aveva finito per la domenica successiva e quindi Simmons fu costretto ad indossarlo per andare a messa.
II Sempre ridacchiando: E non finiva mai, perché la Signora Simmons sfornava abiti tutti modellati sul precedente, trasformando le sviste iniziali in principi assoluti, visibili e sempre più marcati perché il terzo si modellava sul secondo (che era peggio del primo) e il quarto sul terzo.

Ted Simmons cammina verso la chiesa nel suo abito a scacchi; gli tira sulle spalle, gli si stringe in vita, i pantaloni gli arrivano al polpaccio, la camicia e il gilet, in compenso sono larghissimi. Cammina come un clown a piedi larghi, con le gambe tese. Le mani tirate nelle maniche della giacca..
Si distacca dal bar e sopraggiunge la moglie:
Ted con tono mortificato e timido: Non mi va cara, ahem, cioè, non mi fa piacere, cara, che tu ti stanchi tanto tanto, cioè, dico, non ti fa mica bene agli occhi, e poi ci è quel nuovo sarto a Miles End Road, costa poco, sai e
Sig.ra Simmons Senza mai prendere fiato: “Oh, si! Facile per te startene lì a sbrodolare una storia dietro l’altra proprio in faccia a tua moglie caro il mio Ted Simmons come se io non ti “Vedo” attraverso come un libro sai quanto te ne frega che io sgobbo come una bestia ti basta che ti viene in tasca quel che ti serve da sbattere via come mondezza nella strada per correre dietro a quei farabutti dei sarti e io che sgobbo e do di gomito da mattina a sera per mettere da parte qualche soldo ecco che ci guadagno chiunque penserebbe che tu i soldi li trovi per strada e credo proprio che farei bene sì farei proprio bene a mettermi a letto e a starci tutto il santo giorno come vorrebbe qualcuno che conosco io e

I due amici nel frattempo ritornano al banco. Rimangono in centro scena solo i coniugi Simmons.
Voce fuori campo:
“Questa fortuna continuò per anni, fino a quando una fortuna ancora più grande sopravvenne.
Sul giornale della domenica apparve anche il nome di Ted Simmmons.

Pausa

Ted e sua moglie sono seduti al tavolo, lei conta e riconta le banconote, lui la guarda tenta di afferrare una banconota, riceve uno schiaffo sulla mano, la scena va avanti per tutto il racconto della voce fuori campo.
Voce fuori campo,
“Ci fu grande effervescenza di chiacchiere a Cubitt Town quando Ted Simmons ereditò.
A Cubitt Town, ereditare era, nel medesimo tempo, un evento non comune e atteso..
La guerriglia urbana nei negozi e ai mercati sulle ipotesi circa la fortuna della Sig.ra Simmons (anche se il lascito era di Ted) si aprì con proclami altisonanti.
La Sig.ra Simmons aveva messo le mani su migliaia di banconote lasciate da un parente lontano.
La Sig.ra Simmons aveva messo le mani su una cassaforte piena di dobloni trovata su un’isola da un suo parente lontano. Pirata!
La Sig.ra Simmons era divenuta proprietaria di una fila di case. Ideale supremo di ricchezza nell’East End.
Tutte cose che la Sig.ra Simmons si curò ben poco di smentire, godendosela tutta la sua ora di gloria. Sebbene, a dire il vero la fortuna si limitava da un lascito di circa un centinaio di sterline da parte di uno zio di Ted, ai tempi oste a Deptford.

I due si alzano da tavola si avvicinano al negozio, la Sig.ra Simmons è indaffarata a sistemare la merce, mentre Ted, imbarazzatissimo, avanti al banco non sa proprio cosa fare.
Voce fuori campo:
“L’ovvio impiego di tale somma era di metterne i possessori “negli affari”. Il che significava una sola cosa: bottega.
Teleria, in quanto la Sig.ra Simmons non era tipo da starci tanto a riflettere. L’ipotesi di carboni frutta e verdura, avanzata da Ted venne immediatamente scartata come di basso grado.
Si affittò un negozio a Brommley, lo si riempì più che si poté, ad ogni articolo si appese un cartellino con due cifre grandi grandi, una virgola, due cifre piccole piccole.

Ted, felicissimo, alza il cartello con su scritto: TELERIE SIMMONS
“I Simmons, vivaddio erano negli affari!

Ted in piedi al centro, due donne indaffarate dietro un tavolo-bancone. Ted, del tutto fuori luogo, guarda in alto, poi si guarda le scarpe, poi si poggia su un piede poi sull’altro, poi si riguarda le unghie e si toglie le mani dalle tasche.
Ted: Non l’ho fatto apposta moglie, è l’abitudine. Me ne sbarazzerò quanto prima. Non sta bene, lo so in commercio, ma ti dà, come dire, un senso di riposo.
Sig.ra Simmons: Tu e il tuo riposo. Te ne dai tanta pena tu del mio riposo, Hedward

Voce fuori campo:
“Giacchè non era più Ted

Sig.ra Simmons: Io che sfacchino, con ogni cosa a cui pensare da sola, e tu te ne stai lì a guardare con le mani in tasca. Cerca di non fare la figura del babbeo, cerca.

Ted con fare dinoccolato raggiunge la porta cercando di darsi un contegno da uomo d’affari.
Sig.ra Simmons: E rieccoti di nuovo alla porta a guardare su e giù come se dentro di affari non ce ne fossero –non ce n’erano-. Ti aspetti che la gente entri con te che te ne stai appiccicato alla porta? Vieni dentro, vieni! Meglio sarebbe se dal negozio te ne stessi addirittura fuori.

Ted rimane in piedi con la sgradevole impressione di essere messo in mostra. Muove le mani senza scopo, schiaccia coi gomiti questo o quell’articolo, guarda su, giù, senza dare mai l’impressione di un caporeparto.
Entra una bimba piccina a chiedere una manciata di spilli osservata da Ted con grande curiosità e rispetto e servita dalla Signora Simmons, la quale non tradisce la minima delusione quando questa torna restituendo la merce e chiedendo indietro i soldi.

Voce fuori campo:
“Le serrande si chiusero su un’entrata di tre scellini e sette pence compresa una moneta più che dubbia di tre pence.

Hedward in un angolo di nascosto tenta di accendersi la pipa. Le prime volute di fumo lo riempiono di soddisfazione.
Sig.ra Simmons:Edward Simmons, immediatamente a casa.
Lui ha un soprassalto, spegne la pipa la nasconde e torna. Lei la scova subito.
Sig.ra Simmons: Edward Simmons! Ecco quello che sei. Uno B-u-o-n-o-a-n-u-l-l-a. A nulla buono sei. Non fai che mettere in cattiva luce la famiglia. La famiglia metti in cattiva luce, in cattiva luce la vuoi mettere!!!! La Famiglia! Ancora mi chiedo Peeeerrrcchè t-i-h-o-s-p-o-s-ato

Voce fuori campo:
“E la Signora Simmons lo strapazzò ben bene, che tutti sentissero, fino a notte fonda.
Dietro il paravento la Sig.ra Simmons col dito puntato parla a torrente,mentre ted, dice SI col capo. e con le mai aperte gesticola per compiacerla.

Pausa.
Voce fuori campo:
“Passarono i giorni e il commercio, a dire la verità, subì ben poche variazioni
Il mistero fu chiarito qualche giorno dopo, quando capitò in bottega un giovaneammodo con tanto di calesse e cappello.

Giovaneammodo: Nessuno –mi creda-, può ragionevolmente aspettarsi di aver successo in un negozio del genere, senza avere in vetrina un discreto numero di grembiulini fantasia e di gale di pizzo della ditta che io ho l’onore di rappresentare

Sig.ra Simmons: Ecco! Mai che l’idea fosse venuta a te Hedward; te ne stai tutto il giorno lì impalato senza fare niente a guardare il soffitto o la punta delle scarpe e mai, dico MAI che fossi MAI utile in qualcosa. Ecco, guarda e impara babbeo di un buono a nulla come ci si comporta negli affari

Giovaneammodo guardando divertito Simmons: Naturalmente noi due sappiamo come vanno le cose in affari e non c’è dubbio che una signora con l’esperienza e il fiuto per il commercio come lei, afferri al volo l’occasione per trarsi da un momentaneo impaccio e spingere il suo negozio sulle vie della più alta moda, giacchè grembiulini fantasia e gale di pizzo fanno capolino nelle più belle case del regno. Per il pagamento non si preoccupi. Lei pensi a vendere, e le venderà tutte, mi creda, poi con calma passerò io e regoleremo le nostre pendenze.
Dodici dozzine per articolo, quindi?

Ted ha un soprassalto di sorpresa. I due lo guardano truci poi si accordano per sei dozzine con grande gesto magnanimo del giovaneammodo.

Voce fuori campo:
“Altri ne seguirono e la Sig.ra Simmons arrivò al teorema elementare che bisognava comprare, vendere e pagare, questo era l’arcano del successo.
Il punto debole del suo piano commerciale era la mancanza di alcun accordo col pubblico. L’invidia ci mise la sua e mai nessuno venne a comprare alcunchè.
La timida proposta di Ted di tornarsene da Moffart &C. per aggiustare il bilancio familiare, andandosene e venendosene il più possibile alla chetichella, venne respinta con sdegno.
Ted passeggia su e giù nervoso, ha qualcosa da dire alla moglie e non sa come fare. Lei lo guarda con sospetto e ne segue i movimenti. E’ come al solito stizzita: Ascolta cara, io stavo pensando che viste le difficoltà momentanee, se io di nascosto, no, cioè, non è poi così indecoroso, volevo dire, se io tornassi da Moffart &C, insomma mi ero fatto l’ide
Sig.ra Simmons: Tu pensavi? Ti sei fatto l’idea? Bella idea ti sei fatta tu di come mantenere una posizione decorosa. Non ti basta di screditare me e te stesso facendo il babbeo in bottega al punto che gli affari vanno a rotoli e non ci bazzica nessuno –cosa di cui non mi stupisco-. …Sei un bel genere di marito, devo dire. Che cosa conti di fare adesso con l’azienda sull’orlo del fallimento e tua moglie sul punto di morire di fame? Cosa conti di fare eh? Dove sbatterai la testa?
Ted: Bè, sai sto pensando al modo di uscirne in maniera legale e forse se io tornassi,
Sig.ra simmons: Ma dove vuoi tornare tu, te lo dico io cosa devi fare.

Voce fuori campo:
“E Hedward si ritrovò buttato fuori alla porta della bottega con un grembiule fantasia su un braccio e le gale di pizzo sull’altro, affinché catturasse le signore di passaggio, funzione nella quale fece bancarotta completa; allarmava le passanti (che lo giudicavano pericolosamente sbronzo).
Ted fa la scena
“Quella sera ricevette l’ultima sfuriata, quindi la Sig.ra Simmons uscì con il suo cappellino dalla piuma nervosa e il cesto della spesa.

Ted rimane in casa. Lucida posate e piatti. Dal banco del bar si stacca e rianima un tipo strano con le mani in tasca e un solo collo del bavero del cappotto alzato. Lo raggiunge
Ford: E’ in casa la Signora Ford?
Ted: EH!?
Ford: La signora Ford!! No, anzi, cioè, ehm, un tempo si chiamava Ford, adesso, mi pare si chiami Simmons
Ted: No! Non è in casa ma..
Ford: Lei forse è il marito?

scoppia in una risata fragorosa, girandogli intorno e continuando a ridere
Ford girandogli intorno: Cristo santo, proprio il tipo che piace a lei.
Sono venuto a fare due chiacchiere con lei, da uomo ad uomo.

Voce fuori campo:
“Al Sig. Ford piaceva intercalare ma ne conosceva solo due: Da uomo ad uomo e per così dire.
Ford: Allora se permette mi presento da solo, per così dire, sono Bob Ford tornato fresco fresco dal naufragio del Mooltan e dato per disperso per cinque lunghi anni. Sono venuto, per così dire, a trovare mia moglie.

Si avvicinano al tavolo (la casa). A poco a poco, finalmente Simmons richiude la bocca.

Voce fuori campo:
“Una vaga idea si stava formando lentamente nel suo cervello e alla stessa velocità si delineavano i confini di questa nuova situazione. Il diavoletto del Peccato Originale si affacciò in un angolo remoto del suo fegato.
Mentre un’ombra di -sembravaspavento- si disegno sulla faccia di Bob Ford.
Ford: Q-Quando torna?
Ted: Chi?
Ford: Sua, cioè, mia, no, voglio dire, la Signora Simmons, per così…
Ted: fra un’ora circa
Ford, riavendosi: Bene bene, eccomi di nuovo qui, il vecchio Bob Ford, morto e sepolto, cioè annegato col Moooltan e, invece eccomi qui, per così dire

Si accende la pipa.
Ted: Non. No, per favore. Lei, cioè, non vuole che si fumi.
Ford soffiandogli il fumo in faccia: Te li fa pulire i bollitori e le finestre e le posate? Ma come ti .. scommetto.. ma te lo ha confezionato lei questo?
Bene il tempo vola e gli affari sono affari, non voglio rifarmi su di te amico ma

Voce fuori campo:
“Il diavoletto aveva segnato il primo goal con il seguente suggerimento:
E’ chiaro che è ancora la moglie di questo tizio e, sul tuo onore spetta a te, Ted Simmons, riconoscere questo fatto ed agire come ne consegue.

Ford: Dovrei rivendicare i miei diritti fino in fondo per così dire, ma, diciamo, visto che mi sembri un giovanotto a modo e che con mia moglie, cioè con la Signora Ford, no con la Sig.ra Simmons, insomma, tu mi capisci, per così dire, cioè, ehm da uomo ad uomo, diciamo,

Voce fuori campo:
“Ora non è che da un tipo che è naufragato con Mooltan ci si può aspettare un grande discorso ma Il Sig.Ford – fatto uso dei due luoghi comuni più uno di riserva per le grandi occasioni-, si incartò ancor prima di cominciare. Inoltre un’ora passa in fretta.
Fece, quindi l’atto di esplodere in un soprassalto di generosità.

Ford: Bè, guarda, maledizione, si mettiamoci d’accordo e io smammo. Così, da uomo ad uomo, ti dico un cifra, per così dire, prendere o lasciare Eh?
Ted: EHh!?
Ford. Cinque sterline e io smammo. OK?
Ted ancora incerto; No, No, è contro i miei interessi, ma sentirei di tradire un dovere. Insomma, spetta a me andare via
Ford: No! Non voglio, abbasserò il prezz: Tre sterline, giusto tre, da uomo ad uomo, che ne dici eh? Due, va bene? Due? Va bè facciamo una sterlina e ti offro da bere. La trovi facile una sterl

Nel frattempo Ted tenta di fuggire verso la platea. Dalla platea giunge la Sigra Simmons.

Voce fuori campo:
“Ma non finì la frase che si accorse che stava parlando da solo. Simmons, in maniche di camicia già correva verso la porta.
Nel cortiletto incontrò la Signora Simmons che vedendolo senza giacca e senza cappello e per lo più correre a perdifiato verso la strada, fu sopraffatta dallo stupore e dallo scandalo.
Prima di rimanere definitivamente a bocca porta riuscì a dire.
Sig.ra Simmons: Hedward Simmons !! dove credi di andare senza cap
Ted: C’è qualcuno di sopra che ti aspetta, Moglie. Io torno subito.

Voce fuori campo:
Come un automa, in stato confusionale e ancora con la bocca aperta, l’ampia sagoma della Signora Simmons mosse verso casa.


Da 540
Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro, far l'amore e rotolarsi per terra, ho visto anche degli zingari felici in Piazza Maggiore ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
A 643 sfuma



Voce narrante ,
Nel frattempo si dividono i tavoli tornando alla birreria, si riposiziona il bancone e si libera la panca di fondo Si porta via il cartello TELERIE SIMMMONS, e si pone il nuovo cartello:
GRUPPO ANARCHICO DELLA VACCA ROSSA.
Tutti i presenti al banco del bar si rianimano e parlando e gesticolando come persone vive-, prendono posto al Pub della Vacca Rossa.
“Nessuno in questa strada va mai al teatro perché ciò comporterebbe un lungo tragitto e un costo eccessivo. E poi, almeno agli occhi di chi la domenica indossa il vestito buono, il teatro è una cosa peccaminosa.
Non c’è nemmeno chi legge poesie e romanzi: le parole stesse sono estranee alla loro esperienza. Il giornale della domenica, nella pagina dei pettegolezzi e dei fumetti esaurisce tutto il leggere che questa strada è disposta ad effettuare.
Eppure le aspirazioni non mancano.
Ultimamente ha fatto la sua comparsa in questa via un giovane pensionante che appartiene ad una società di mutua assistenza, cosa considerata una sorta di laurea, perché alle sue riunioni si tengono dibattiti d’ogni genere e, con aria soddisfatta e altezzosa, si leggono altisonanti relazioni.
A volte, alcuni di essi, vagano per i peggiori rioni della città, alla ricerca di adepti…



IL GRUPPO DELLA VACCA ROSSA


Voce narrante
“Il gruppo anarchico della Vacca rossa non esiste più. Il suo ispiratore ed animatore da tempo non si mostra tra i suoi compagni che da soli sono incapaci di agire.

Entra Stochler, con due dita di unto che gli coprono l’intero corpo, dai capelli alla scarpe, con squame di grasso nero che gli guantano le mani, un fazzoletto marrone (ex rosso) annodato al collo e un cappotto aperto con un solo bavero alzato. Si avvicina ai presenti, tre tipi di facchino seduti ad un tavolo che devono birra e giocano a carte. Il terzo, con un barbone bianco fuma la pipa da solo. Sembra assorbito da profonde meditazioni.
Voce narrante ,
“Il gruppo della Vacca rossa era in realtà un insieme di individui che dopo lavori di facchinaggio si vedeva la sera, per puro caso ma ogni giorno, nel retro della birreria dall’altisonante nome..
Un giorno uno di loro invitò Stochler a indottrinare i suoi compagni.

Stochler, guardato già dall’inizio con sospetto, sale sul tavolo da fondo:

Stochler, alzando la voce come a continuare un lungo discorso iniziato già prima: Voi siete il sale della terra! quelli che vengono presi a calci, alzando il tono con enfasi Voi derubati! Voi, insultati! Abbasso tutto ciò che non è già dabbasso …
Mentre parla i presenti sembrano approvalo e commentano tra loro soddisfatti. Più alza il tono e più si stabilisce l’attenzione alle sue parole.
Stochler: Perchè, dunque siamo poveri?
piegandosi in avanti e porgendo a ciascuno il palmo aperto come a tentare una infortunosa colletta.
Ve lo domando ancora; perché siamo poveri? Perché amici ci ritroviamo sempre senza un soldo in tasca per rimediare una mezza pinta per sciacquarci la gola come è giusto, eh? Com’è che succede? Eh? Ve lo domando ancora; com’è che succede?

Voce narrante
“Questo era il suo stile; fare più volte la stessa domanda caricandola di pathos.
Per cui bisognava che qualcuno li togliesse dall’imbarazzo.
Ci pensò Gunno Polson:
Gunno Polson: Mancano i gonzi.
Jerry Sands ride sempre non capisce mai niente e interrompe una continuazione: Son tutti al verde quelli che scommettono
Stochler: Ve lo dico IiIiiooo, cari amici. E’ perché questa società e tutta marcia, ecco com’è. Perché mai lasciare che pigri e sporchi fannulloni buoni a nulla che si fanno chiamare Le Classi Alte si becchino tutti i frutti del vostro lavoro mentre sfacchinate come schiavi per mantenerli nel lusso e morite di fame? Perché non andate a prendervi tutto quello che vi pertocca di tutta la ricchezza che vi sta attorno? Perché non andate?

Gunno Plson guarda uno ad uno tutti gli amici che lo circondano, ci pensa bene, poi li riguarda uno ad uno, poi ci ripensa ed infine dice con illuminata enfasi:

Gunno Polson: Ci sono i poliziotti!!!
Stochler: Già perché c’è la forza bruta e Le Classi Alte ci si nascondono dietro. Ecco perché. Perché ci sono le truppe pagate e armate fino ai denti per tenere il popolo in schiavitù. Perché ci sono i magistrati e la polizia, ecco! E allora perché non sbaracchiamo via i magistrati e la polizia? Non servono a nulla e allora, chi li vuole, eh? Chi li vuole? Chi? Chi?
Jerry Sands con entusiasmo e trasporto non riuscendo a stare fermo sulla sedia:
Si, sono una rottura!!
Stochler: Nessuno li vuole, dico nessuno che è appena utile alla Società…
Facciamola finita con questa gentaglia.
Basta! Sbaracchiamo tutto! Facciamoli saltare per aria; e allora…
la sua voce si abbassa e assume un tono di mistero e misticismo allo stesso tempo e per raddoppiare l’effetto, si piega in due
..E allora sì che ci avrete i vostri diritti.
E vi dico pure che il momento si avvicina. Si avvicina, credete a me. E quando l’ora luminosa avverrà, - a questo punto la voce diviene un sussulto-, lavoreranno tutti e non più di un’ora al giorno.

Voce narrante, seduto tra il pubblico
“Il vecchio Baker smise di fumare e sembrò un po’ allarmato.
Quello da solo con la pipa, fa il gesto.
Baker: Già lavoro non ce n’è così, pausa tirata di pipa.Figuriamoci se anche Le Classi Alte si mettono adesso alla stazione a portare i bagagli….

Per lui Le Classi Alte erano raffigurate esclusivamente dai due tizi in bombetta a cui aveva portato le valigie tentando di dileguarsi. Si era preso tre giorni.
Stochler: E ci avrete tutto quello che desiderate.

Tutti allungano una mano verso il bar.
Voce narrante,
“La luce si diffuse con grande rapidità e nel giro di poche settimane il gruppo della Vacca rossa, divenne un promettente focolaio di anarchia.

Pausa.

“Con leggerezza i discorsi di Stochler si spostarono sempre più sul piano degli esplosivi.
Stochler atteggiandosi a lungo a misterioso e desperado: Chiunque può fabbricarli, niente di più facile.
Stochler, in tono da cospiratore e a bassa voce piegato e camminando per la scena : Dovete comprare dell’acido nitrico e poi il doppio di acido solforico, che vanno mescolati insieme goccia a goccia, aggiungendo poi la migliore nitroglicerina e badando a tenere tutto molto al fresco.
Il prodotto poi, va mescolato con acqua e lasciato a decantare, quindi ci si aggiunge della sabbia. Ed ecco pronto il terribile esplosivo

Il gruppo ascolta rapito, nel più assoluto dei silenzi.
Stochler: L’azione poi devesi svolgersi in gruppo o singolarmente. Bisogna controllarsi a vicenda. Non POSSONO esserci delazioni. Meglio la morte.
Si tratta di un’opera disperata e gloriosa. Bisogna agire con rapidità, coraggio e tutti uniti

Pausa.

Gunno Polson urlando: Gli impianti del gas! faremo saltare gli impianti!!!!! E adesso, ripetimi la ricetta.
E il rivoluzionario –munito di matita e foglietto- prende a scrivere, lentamente e calcando molto, sillabando ogni parola,
Gunno Polson: aaciiiddddo NNNNITTrrico virrrgooola
poi, pooolllvvere …
Snorkley il buono: e se qualcuno ci lascia le penne…
Stochler dopo averlo incenerito con lo sguardo: “Cosa volete che contino due o tre vite in cambio della Gloria Eterna? Essere sui libri di storia, la vendetta attraverso le vostre mani..

Voce narrante ,
“E cose del genere. Per un paio di giorni l’entusiasmo regnò senza limiti al gruppo anarchico della Vacca rossa.
Ebbe un calo solo nel momento in cui il solito Snorkley pose la domanda che però volevano fare tutti:
Snorkley il buono: Quanti fondi ci si può ragionevolmente aspettare dal Quartier Generale? Insomma, cioè, ecco, che ehem, ci rimediamo dal Quartier Generale?
Jerry Sands: sfacciato e diretto: Insomma che ci becchiamo?
Stochler: Ma non c’è un quartier generale, siamo Noi, NOOOIII il Sale della terra, il seEEEME della vita futura senza Classi Alte e poveri schiavi, noi Rivoluzionari Anarchici.
Che ci rimedieremo?: G L O R I A, solo g-l-o-ria
Jerry Sands che non capisce mai niente: E il quartiere del Generale?

Voce narrante , seduto tra il pubblico.
Molti musi si allungarono e Stochler cominciò a considerare l’idea che il suo giro di giostra era quasi al termine alla Vacca rossa e che doveva cercarsi altri disperati da indottrinare.
Così, la sera seguente, Stochler arrivò più tardi del solito.

Gunno Polson: Ehilà!, sei arrivato, finalmente. Abbiamo avuto cose molto importanti da fare senza di te. Guarda!
Sottovoce e con la fierezza di un bambino che ha appena passato il suo primo esame alle elementari.:
Ecco qui la roba.

Stochler balza indietro di mezzo metro buono e impallidisce.
Stochler appaurato J; Cosa fai, pazzo maniaco! Non Agitarla! Non agitarla per carità! Ma vi rendete conto, quella roba può esplodere! Mettila giù, piano…
E adesso che volete fare?
E’ bianco come un fazzoletto lavato. Le gambe non lo reggono, suda copiosamente, ed è gelato.
Snorkley il buono: Bè, facciamo saltare gli impianti.
Allora, come era? Adesso si versa la roba sulla sabbia, vero?
Jerry Sands che non capisce mai niente: E il quartiere del Generale?
Stochler: Fermo! Non farlo! Per amor del Cielo,
Gunno Polson: Ehi ma che ti succede – Stochler, facciamo quello che ci hai detto, no? Niente delazioni.
Stochler: Si ma, ehm, mi pare che manchi, anzi certo manca una cosa. So io dove prenderla, adesso vado la prendo e torno, mi raccomando non muovetevi

Fa per uscire ma Gunno Polson lo ferma alla porta.
Gunno Polson: Tutti insieme, ricordi

e si guardano tutti soddisfatti.
Tre di loro si appartano e commentano con fare da cospiratori
Gunno Polson parlando in confidenza: Ci vuole mettere alla prova!!! Ora! Dimostriamogli ora che abbiamo imparato bene bene tutte le sue lezioni e che adesso, senza esitazioni e tutti insieme- proprio come vuole lui-, siamo pronti per l’Azione..
Snorkely il buono: Se ci va di mezzo qualche vita, che importanza ha?
Jerry Sands si intromette convinto. L’importante è Gloria.

Erano fierissimi di essere così diligenti discepoli di così scaltro maestro, che ora, li stava mettendo alla prova.
La delusione fu quindi alta, quando Stochler scoppiò in un pianto dirotto
Stochler, piangendo: Lasciatemi andare! Io sono solo un Predicatore della Rivoluzione, sono questo, solo io. Altre vite avranno l’Onore di rischiare di spegnersi in azione..

Voce narrante , seduto tra il pubblico.
Sorpresissimi si guardarono in faccia cercando di capire.
Fu il vecchio Baker, che parlava pochissimo quindi era considerato saggio che dopo una lunga tirata di pipa disse come stavano le cose:
Baker con il volto illuminato dalla saggezza e dalla birra: Le classi Alte! Loro lo hanno pagato!
Amici, Compagni, ma come? Non capite? Le classi alte vogliono tenderci una trappola e liberare il Regno da un pericoloso focolaio di anarchia, il Nostro!
Lo hanno pagato perché tradisse!
Pausa lunga, Lui fuma, poi sputa in terra, poi con tono intimo di chi sa e vuole dire ma non allarmare:
Le ho viste IIOOO due Classi Alte.
Arrivavano col treno ieri; avevano il cilindro e pure il bastone. Ecco dove andavano; a incontrare Stochler per pagarlo e fargli tendere una trappola. Ecco com’era. Li ha mandati Il Regno!
Altra pausa. Confessando un piccolo sacrilegio:
Gli ho portato i bagagli. E si copre la faccia con le mani.
Jerry Sands adesso ha capito!! Parlando quasi a sé stesso, si illumina: Il Generaaale…

Gli frugano le tasche e gli trovano alcuni scellini che confermano la tesi del vecchio Baker. Da bravi rivoluzionari e compagni se li spendono tutti in birre. Anche a Stockler ne versano molta, direttamente sul cappotto. Poi lo legano al cestello dell’esplosivo, lo trascinano per strada (in platea) di peso, giacché è mezzo svenuto, lo tengono nascosto nel gruppo, cantando le loro canzoni rivoluzionarie, nelle quali non mancano inni della squadra rionale, gettando la spia delLe Classi Alte ai piedi dell’impianti e si dileguano, soddisfatti, e pieni di gloria, in direzione della birreria.
Poco dopo una leggera esplosione è udita fino a pochi isolati di distanza.


Pausa.Tutti gli attori si riposizionano ai banchi del bar e ai tavoli del pub. Ritornano fantasmi, sagome.
Si ritorna alla lettura: due leggii paralleli al limite della scena. Due lettori.

Primo lettore:
Questa strada è lunga circa centocinquanta metri e ogni metro è fatto allo stesso modo.
Una piccola cadente costruzione in mattoni rossi con tre aperture per finestre e un rettangolo per porta. E ciascun lato di questa strada è formato da una cinquantina di case simili, una in fila all’altra con un’unica facciata in comune.
Girato l’angolo ci sono panetterie, un negozio di candele, una birreria. Non rientrano nella veduta, ma sono ben noti a tutti gli inquilini, e il negoziante di candele va in chiesa tutte le domeniche e paga regolarmente il proprio banco.
Può succedere che qualcuno si sia rivolto alla Cassa di Assistenza per avere carbone, coperte. Morirebbe piuttosto che rendere noto un simile obbrobrio.

II reprise da 26
Siamo noi a far ricca la terra noi che sopportiamo la malattia del sonno e la malaria noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano, noi piantiamo il mais su tutto l'altopiano. Noi penetriamo foreste, coltiviamo savane, le nostre braccia arrivano ogni giorno più lontano. Da noi vengono i tesori alla terra carpiti, con che poi tutti gli altri restano favoriti. E siamo noi a far bella la luna con la nostra vita coperta di stracci e di sassi di vetro. Quella vita che gli altri ci respingono indietro come un insulto, come un ragno nella stanza.
A 135 sfuma veloce.

Secondo lettore: in fondo di spalle ferma la Sig.ra Ford Simmons:
Proprio nel preciso istante in cui l’ampia figura della Sig.ra Ford fece il suo ingresso in casa, un’altra figura s’intravide scavalcare la finestra.
Scavalcò la balaustra e, senza esitazione alcuna si gettò dal primo piano.
La Sig.ra Simmons (Già Ford) si portò alla finestra e vide un’immagine d’uomo vestito da marinaio. Aveva qualcosa di familiare e, molta fretta.
L’uomo si era di sicuro slogato una gamba, almeno così parve alla padrona di casa dalle sue imprecazioni soffocate. Ciò nondimeno l’uomo si alzò e se la svignò di gran carriera, trascinandosi la gamba con la mano e guardando, sembrava alla Sig.ra Ford-Simmons, con grande apprensione in direzione di lei..
“I ladri” pensò tra sé, poi si riprese e si diede a cercare Ted per dargli un’energica strapazzata.

Primo lettore: Alla Sigra Ford Simmons si aggiunge più avanti volto alla platea, ma in fondo Stochler legato e imbavagliato che si agita convulsamente. La Sig.ra ford-Simmons rimane immobile.
Alla Thames Police Court, Alfred Stochler fu incriminato per ubriachezza molesta. Lo avevano rinvenuto in stato di assoluta incoscienza vicino agli impianti del gas. A quanto pare era stato legato mani e piedi da un monello di strada, il quale aveva poi acceso un fuoco d’artificio accanto all’uomo. L’uomo sosteneva di essere stato aggredito in una taverna ma poi non voleva fornirne il nome né tantomeno quello dei suoi aggressori e neanche le modalità dell’aggressione. Si limitava a piagnucolare.
Gli era stato trovato accanto un cestello contenente una strana mistura di sabbia e olio di ricino ma l’arrestato non sapeva chiarirne la provenienza.
Il magistrato lo multò di cinque scellini o sette giorni di prigione e, poiché l’uomo non aveva denaro con sé, venne immediatamente tradotto in cella.

II reprise da 135
Riprendiamola in mano, riprendiamola intera, riprendiamoci la vita, la terra, la luna e l'abbondanza.
… a 226 abbassa volume accendi luci sala. Finale
a 305 alza volume, sulla ribalta, fino alla fine brano. Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro, far l'amore e rotolarsi per terra. Ho visto anche degli zingari felici in Piazza Maggiore ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra. Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro, far l'amore e rotolarsi per terra. Ho visto anche degli zingari felici in Piazza Maggiore ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
Fino a finale








Liberamente tratto da: Arthur Morrison: Londra sconosciuta
Col. Douglas Mortimer

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